PADOVA - Questa volta è diverso.
LA RICOSTRUZIONE
Succede tutto sabato pomeriggio quando al campo di via Vlacovich si gioca la sfida tra Real Padova e San Giorgio in Bosco per la categoria Juniores provinciali, quindi parliamo di ragazzini ancora minorenni o appena maggiorenni.
In campo, stando ai racconti dell’allenatore padovano Marco Varotto, volano insulti razzisti rivolti ai giocatori di colore avversari (nella rosa del Real Padova ce ne sono tre). Uno di questi chiede il cambio perché non ne può più, un altro compagno finisce la partita in lacrime. La gara termina 1-1. Tutto finito? No. Alle dieci di sera compare quel terribile messaggio (poi cancellato ) sul sito “Tuttocampo”, punto di riferimento on-line per cronache e classifiche del calcio dilettantistico. Durante la gara nessun tesserato del Real Padova avrebbe avvisato l’arbitro di quegli insulti e così nel referto finito sulla scrivania del giudice sportivo non dovrebbero esserci riferimenti a quanto accaduto sul terreno di gioco. Attenzione, però: la Procura federale può comunque aprire d’ufficio un’indagine per procedere con eventuali sanzioni in ambito sportivo. La vicenda potrebbe avere però anche risvolti penali nonostante ieri la società Real Padova abbia deciso di non presentare una formale denuncia per insulti razziali.
LA POSIZIONE
Sui campi del Veneto capitano in media tre o quattro episodi di razzismo all’anno, ma il dato si riferisce solo a quelli che poi finiscono al giudice sportivo. In realtà sono molti di più. Giuseppe Ruzza, presidente regionale della Figc, è durissimo. «Quello che è successo è molto grave anche perché parliamo di un messaggio scritto a freddo senza l’adrenalina della partita. Nel 2025 tutto ciò è inammissibile, sentirò il delegato provinciale di Padova e poi interverremo. Anche se l’arbitro nel suo referto non dovesse aver citato i presunti insulti razziali, noi come Figc possiamo autonomamente fare una segnalazione alla Procura federale affinché venga valutata l’apertura di un fascicolo. Per ora non posso dare altri dettagli, ma di sicuro ci muoveremo».
Ruzza poi allarga il discorso: «Il Veneto è all’avanguardia dal punto di vista dell’attività sociale del mondo del calcio, ma con fatti come questi si torna indietro. Sembra retorica ma non lo è: certe cose non devono succedere, a maggior ragione nel mondo del settore giovanile dove all’aspetto agonistico si affianca quello educativo».
Parole simili vengono pronunciate da Claudio Pittarello, numero uno della Figc padovana: «Sono molto dispiaciuto per quello che è successo. La situazione sui nostri campi dovrebbe essere serena e invece purtroppo capitano episodi di questo genere. Dobbiamo continuare a lavorare per ridurli».
LA PROVINCIA
Interviene anche Sergio Giordani, sindaco di Padova e presidente della Provincia. «Sono fatti vergognosi e soprattutto preoccupanti, molto preoccupanti. Non solo perché lo sport dovrebbe essere il tempio dell’amicizia e del rispetto, ma perché ci dice molto di un rischio sempre presente e che dobbiamo scongiurare con tutte le nostre forze. Quello razzista. Padova è una città che vuole puntare all’armonia tra culture e all’integrazione. Non può accettare questi episodi in qualsiasi ambito essi si sviluppino. I ragazzi vittime di insulti hanno tutta la mia solidarietà, li abbraccio».
IL COMUNE
Anche Nicola Pettenuzzo riveste un doppio ruolo: segretario provinciale della Lega e sindaco di San Giorgio in Bosco, proprio il paese dove milita la squadra con alcuni giocatori che si sarebbero macchiati di insulti razzisti. «Non sapevo di questo fatto e condanno ogni atteggiamento razzista. In campo dovrebbero prelevare solo l’aspetto del gioco e la competizione sana, soprattutto nelle giovanili».