Svastiche e scritte razziste sui muri dell'azienda, scoperto il responsabile: è un operaio, assunto da quasi vent'anni e iscritto a un sindacato

La ditta Zilmet di Limena aveva avvisato la polizia già a febbraio, quando si era verificato il primo episodio (seguito da un secondo a giugno). L'uomo ha ammesso le sue responsabilità

mercoledì 18 giugno 2025 di Barbara Turetta
Svastiche e scritte razziste sui muri dell'azienda, scoperto il responsabile: è un operaio, assunto da quasi vent'anni e iscritto a un sindacato

LIMENA (PADOVA) - Nessun disinteressamento da parte della dirigenza della Zilmet di Limena nei confronti dei due episodi di scritte razziste e fasciste apparse sui muri dei bagni dell'azienda metalmeccanica di via Colpi, ma solo l'attesa che le segnalazioni fatte alla Digos e le opportune indagini portassero a individuare il responsabile. E così è stato. Si tratta di un operaio in forza all'azienda dal 2006, iscritto a una sigla sindacale dal 2012, nei confronti del quale saranno avviati i provvedimenti disciplinari del caso.

La svolta

A chiarire che da parte della Zilmet gli episodi non sono stati assolutamente sottovalutati, ma anzi, che già a febbraio con la comparsa delle prime scritte sui muri erano state avviate delle indagini, è Gianluigi Degan, responsabile della sicurezza della ditta.

A inizio giugno, con il secondo episodio, era arrivata l'unanime condanna di Anpi, Fiom e Cgil di Padova, insieme all'accusa rivolta all'azienda di indifferenza. Le nuove scritte razziste e fasciste sui muri del bagno avevano spinto a intervenire anche la capogruppo del Partito Democratico in Regione Veneto, Vanessa Camani, che aveva chiesto fosse fatta piena luce sui fatti, sollecitando anche l'interessamento dell'assessore regionale al lavoro.

Le indagini

Ma sulle vicende si stava già indagando. «Le indagini per individuare il responsabile erano state avviate già a febbraio - spiega Degan - e non potevamo certo renderlo pubblico. Tuttavia, siamo stati accusati ingiustamente di non avere attenzione per questi gravi episodi, mentre i nostri valori sono chiari: garantire un clima lavorativo sano e rispettoso per tutti. Le scritte di febbraio erano dello stesso tono di quelle di giugno, realizzate con un pennarello blu, quando in azienda usiamo solo pennarelli neri. Alcuni elementi ci avevano fatto sospettare di una persona, ma mancavano le prove. La segnalazione alla Digos e i successivi approfondimenti hanno portato nella giusta direzione. Il dipendente, ascoltato dagli inquirenti, ha ammesso di essere stato lui a scrivere sia a febbraio che a giugno. È iscritto a una delle tre organizzazioni sindacali presenti in azienda e non ha alcun legame con il sedicente "Comitato Forza Nuova" citato nelle scritte. L'azienda è stata giudicata con troppa fretta e ingiustamente».
Nei giorni scorsi, proprio in seguito agli sviluppi dell'inchiesta, Fiom Cgil, Anpi e Cgil, ricevuti i chiarimenti necessari, hanno riconosciuto l'efficacia e la tempestività dell'azione condotta dalla Zilmet, che ha portato a un risultato importante e, auspicabilmente, definitivo, per porre fine a episodi simili all'interno dell'ambiente di lavoro.
 

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