PADOVA - Svastiche, atti vandalici e striscioni rubati. Questo il bilancio dei fatti registrati nelle ultime settimane all'ex consultorio di via Salerno, alla Sacra Famiglia. L'edificio è occupato dall'8 marzo dal collettivo femminista Non Una di Meno che vi organizza varie attività a sfondo informativo e politico e lo ha ribattezzato “Consultoria”.
Svastiche sui muri dell'ex consultorio
Domenica notte si è registrato l'attacco più marcato: una volta scavalcata la recinzione esterna, probabilmente da via Salerno o da via Goito, ignoti hanno realizzato con una bomboletta spray vari simboli nazi-fascisti sui mobili da esterno e devastato l'orto, dove sono state rovinate le piante di pomodoro, i fiori, i rami di un ulivo da poco piantato e i girasoli. Ignoti gli autori, ma le attiviste di Non Una di Meno sospettano che siano riconducibili a movimenti di estrema destra cittadina. Anche se, va sottolineato, non sono presenti firme o simboli che rimandino a gruppi specifici.
La risposta del movimento femminista non si è fatta attendere, con un messaggio via social e un aperitivo in giardino organizzato nel pomeriggio di ieri. «Da tempo ci vengono rubati nella notte gli striscioni che appendiamo all'esterno dell'edificio – spiega un'attivista –, sembra che per chi commette questi gesti sia una sorta di cimelio da conservare, ma non eravamo ancora arrivati a tanto. Sono atti intimidatori che non ci fanno paura, sappiamo che in quartiere ci sono persone di estrema destra ma sappiamo anche che molte persone della Sacra Famiglia partecipano alla nostre attività, i mobili da esterno rovinati con le svastiche ci sono stati regalati da alcuni vicini». Dello stesso tono la nota sui social del collettivo: «A questi personaggi fanno paura le donne e le soggettività libere, hanno paura di un ex consultorio chiuso e abbandonato dalle istituzioni che costruisce comunità, bellezza, reti e organizzazione contro la violenza di genere». Per l'intera giornata di ieri i movimenti della sinistra cittadina hanno mostrato la loro vicinanza alle attiviste. Proseguono quindi le attività nel consultorio, occupato dall’8 marzo dopo il corteo per la Giornata della donna. Lo stabile è di proprietà di Ater (ente regionale di edilizia pubblica) ed è chiuso dal 2019, quando l'Ulss 6 e la Regione decisero di spostare le sue funzioni in via Scrovegni. Da allora il quartiere Sacra Famiglia è privo del consultorio: l'occupazione era nata proprio per questo, oltre che per protestare contro i tagli alla sanità pubblica.