RECOARO TERME (VICENZA) - Un pulmino con a bordo sei persone disabili, con accompagnatrice e autista, è uscito di strada ed è precipitato nel greto del torrente Agno dopo un volo di 10 metri.
Otto persone ferite
Secondo un primissimo bilancio sarebbero rimasti feriti tutti gli otto occupanti del mezzo: due di questi sono stati ricoverati nel pronto soccorso del San Bortolo di Vicenza in codice rosso mentre gli altri, tra cui l'autista del piccolo bus, sono stati dirottati negli ospedali della provincia berica: Santorso, Arzignano e Valdagno.
I ragazzi sono ospiti di una comunità di Valdagno (Vicenza). L'incidente è accaduto intorno alle 13 di oggi, sabato 19 luglio. Il pulmino stava percorrendo via della Resistenza a Recoaro Terme e, secondo una prima ricostruzione, nell'affrontare un tratto di strada in salita che costeggia il torrente a diversi metri d'altezza l'autista ha perso il controllo saltando nel vuoto.
A dare l'allarme gli automobilisti che hanno assistito alla scena.
I soccorsi
Sul posto i vigili del fuoco. Le squadre dei vigili del fuoco da Schio, Arzignano, e Vicenza con i soccorritori acquatici, hanno liberato i passeggeri rimasti all'interno: un passeggero è stato stabilizzato sul posto dal personale sanitario e trasportato in ospedale dall'elicottero del 118, ferite altre due persone a bordo. Tutti gli altri passeggeri sono stati portati in zona sicura.
Sul posto anche i carabinieri, la polizia locale e il personale del soccorso alpino.
«Il pullmino distrutto, i ragazzi le tra lamiere»
«Il pulmino era distrutto, i sedili divelti, vedevamo i ragazzi bloccati dentro, fortunatamente tutti coscienti, e li abbiamo aiutati. Trattandosi di giovani con disturbo dello spettro autistico, non è stato semplice relazionarsi con loro e comprendere eventuali emorragie o traumi in corso». È la testimonianza di Ilaria Sbalchiero, infermiera, una delle prime soccorritrici dei giovani disabili feriti nell'incidente di Recoaro Terme, nonchè assessore al sociale e alla protezione civile del piccolo comune vicentino.
«L'autista ci ha dato supporto, benché ferito, mentre un'altra operatrice, la più grave, abbisognava quanto prima di cure più importanti», ha raccontato Sbalchiero alla testata L'Eco Vicentino. «Ero di passaggio a quell'ora - ha raccontato l'infermiera - quando ho notato diverse persone affacciate all'argine dell'Agno. Scesa dall'auto e realizzato l'accaduto, assieme ad una dottoressa ci siamo convinte a provare a scendere per prestare soccorso, naturalmente rimanendo in contatto col 118 nel frattempo allertato».
Minuti concitati fino all'arrivo dei soccorsi: «È importante che si sappia, pur nella gravità del fatto - ha precisato la donna - quanto tutte le forze in campo siano state tempestive e perfettamente coordinate fra loro. Sono ancora incredula: non appena ho scorte dall'alto quelle lamiere accartocciate ho pensato al peggio, ma quando mi sono avvicinata e ho visto quei volti atterriti ma ancora vivi, mi sono fatta forza e mi sono rincuorata. Poteva essere una tragedia enorme, invece non posso che ritenerlo un miracolo».