Finché ha corso, Michael è stato il più preparato di tutti, fisicamente, mentalmente e tecnicamente.
Conosceva ogni dettaglio di sé, del circuito e della macchina. Questo gli permetteva di fidarsi del suo intuito: non era un caso se accelerava al momento giusto, se montava le gomme slick quando ancora tutti correvano con quelle da pioggia (e finiva per essere l'unico con la giusta aderenza). Tutte le sue decisioni erano audaci, ma non avventate. Da fine stratega, in pista e fuori, metteva questi elementi al servizio della sua visione, ovvero dimostrare di essere il più grande di sempre.
SCENARIO DIVERSO
Il mio scenario è diverso, è ovvio: nel lavoro non miro alla performance di breve periodo ma alla costruzione di valore a lungo termine, ma il metodo funziona comunque, ve l'assicuro.
Nel 2022, quando ero già diventato presidente di Edizione, in cordata con il fondo americano Blackstone, abbiamo deciso di rispondere alla minaccia di un'Opa ostile del gruppo spagnolo ACS di Florentino Pérez noto anche come presidente della squadra di calcio del Real Madrid, nonché nostro socio in una partecipata di nome Abertis finalizzata a prendere il controllo di Atlantia.
STRATEGICO
Nella mia lunga esperienza di transazioni, acquisizioni, fusioni e così via, mai mi era capitato di condurre un'operazione di simili dimensioni, ma ci siamo riusciti: prima abbiamo fatto in modo che un asset strategico rimanesse italiano, poi, fuori dalle logiche di Borsa, gli abbiamo costruito nuove fondamenta, per poterne ridefinire il futuro. Nostre le quote, nostre le responsabilità. Ma nostra anche la visione.
Il lato positivo dell'approccio "no excuses" alla Schumacher è che si può davvero fare la differenza. Lui l'ha dimostrato in pista, e in termini culturali in tutte le scuderie per cui ha corso. Io ho potuto fare lo stesso in una società che, libera dai condizionamenti di mercato e dai dubbi degli azionisti, è riuscita a trovare la sua forma.
Con spirito da start-up, giorno dopo giorno, abbiamo cambiato tutto e, dopo solo un anno, Atlantia era talmente diversa che abbiamo deciso di cambiarle il nome. Mundys ha così oggi testa e cuore italiani dando lavoro a 23.000 persone. Abbiamo l'ambizione di modificare il settore della mobilità avvalendoci delle tecnologie più moderne e avveniristiche, gestendo il meglio possibile le infrastrutture, prendendoci cura delle persone in movimento.
LE LEZIONI
Credo che in questo caso abbiamo applicato con successo le lezioni di Schumacher. Conoscevamo i nostri limiti e le nostre potenzialità, siamo intervenuti sui primi per lasciare le seconde libere di brillare, lavorando con meticolosità, scegliendo con oculatezza quando attendere e quando accelerare. Senza lasciarci dominare dalle emozioni.E Anche con Florentino Perez, ci siamo rivisti e le cose sono cambiate. In un rinnovato clima di fiducia, nel luglio 2023 abbiamo cambiato gli accordi di governance per fare insieme di Abertis una piattaforma globale di investimento nel settore delle infrastrutture di trasporto su gomma. In pochi mesi, la società ha messo a segno tre operazioni rilevanti: l'acquisizione di quattro reti autostradali a Porto Rico, dell'Autovía del Camino in Spagna e della connessione autostradale tra Santiago e Los Vilos in Cile. A ogni azione il suo tempo, potrei sintetizzare.