MOGLIANO (TREVISO) «Quello che inizialmente le era stato curato come un mal di gola era invece un carcinoma al quarto stadio». Lorenzo prende fiato quando ripercorre gli ultimi due mesi e mezzo di vita di sua mamma, Monica Favaro, scomparsa venerdì mattina a 63 anni. La diagnosi critica si è abbattuta nella sua famiglia come un fulmine a ciel sereno. «Sarebbe andata in pensione tra cinque anni. I medici l’avevano avvisata del fatto che non sarebbe stato facile il processo di guarigione e lei l’aveva presa bene, anche se le speranze sono da subito sembrate poche».
LA SCOPERTA
La vita di Monica stava procedendo come sempre, fino a quando due mesi e mezzo fa circa, si era recata dalla sua dottoressa per un mal di gola che non passava. «Non so da quanto ce lo avesse - spiega Lorenzo -. Ma si pensava si trattasse solo di un fastidio momentaneo, addirittura un’afta». Le cure che le erano state assegnate non funzionavano, così la donna si è recata in studio una seconda volta. «Le sono state prescritte delle ecografie che hanno mostrato un’altra realtà: un carcinoma al quarto stadio non operabile». Da lì, tutto è cambiato. «Il 9 luglio le è stato fatto un intervento salvavita - ripercorre ancora il figlio -, ma i medici si sono trovati davanti una situazione ancora più delicata». Per quanto Monica fosse coraggiosa, velocemente la sua vita è diventata un soffio. «Non lo dava a vedere ma credo avesse molta paura - afferma Lorenzo -. Con mia moglie le avevamo proposto di stare da noi, ma mamma non voleva che la malattia pesasse ai suoi piccoli nipoti». L’ultimo mese, la donna lo ha trascorso in ospedale, dove si è addormentata venerdì mattina.
LA VITA
Da quando le lezioni erano terminate, Monica era pronta per il prossimo anno scolastico, ad accogliere i bimbi delle scuole elementari “Dante Alighieri”. I piccoli alunni, del resto, l’hanno accompagnata lungo tutta la sua vita, quando dopo gli studi ha intrapreso un corso professionale per diventare collaboratrice scolastica. Ha iniziato a Frescada, poi Preganziol e infine Mogliano, dove era stabile da dieci anni ed era in attesa di finire la sua carriera. «L’età stava avanzando, era un po’ stanca - racconta Lorenzo -, ma lei amava tanto i bambini. Addirittura, per alcuni anni d’estate partiva per la Toscana ad aiutare i bambini orfani dell’Associazione “Gli amici della Zizzi”».
Nel cuore, però, un posto speciale lo avevano i suoi nipoti, Leonardo e Mattia di 4 e 1 anno. «Era innamorata di loro - continua il figlio -. Portava sempre con sé le foto e le mostrava a tutti. Diceva “questi sono i miei adorati nipoti”». Anche quando si trovava in ospedale per le cure, estraeva dal portafoglio le loro foto e le mostrava orgogliosa ai medici. «Forte, solare, generosa». Così la descrive chi l’ha conosciuta davvero e ancora ne conserva vivo il suo ricordo. «Ripenso a quando parlava con nonna, al suo carattere tenace che ammiravo e a volte riusciva a farmi sorridere - conclude -. Era una donna risoluta che se n’è andata troppo presto. Per me, oltre a una mamma, era un’amica». L’addio a Monica è fissato a giovedì alle 10.30 nella chiesa Sacro Cuore di Gesù a Mogliano.