Luisa Ghirardi bloccata in Giordania con un'amica, la solidarietà della vittoriese Paola Segat residente ad Amman: «Vi ospito io»

La donna residente nella capitale da 53 anni: «Ho letto la storia sul Gazzettino, non potevo restare a guardare»

mercoledì 18 giugno 2025 di Riccardo Benedet
Luisa Ghirardi bloccata in Giordania con un'amica, la solidarietà della vittoriese Paola Segat: «Vi ospito io»

CONEGLIANO - «Se ha bisogno, può venire da me. Posso ospitarla finché serve». Dall’altra parte del Mediterraneo, in una Giordania indirettamente coinvolta in un guerra brutale, una donna di 80 anni ha scelto di aprire la porta a una sconosciuta. L’ha fatto con un messaggio semplice: «Ho letto la storia di Luisa sul Gazzettino: se vuole, io la posso ospitare». A parlare è Paola Segat, originaria di Vittorio Veneto, da 53 anni residente ad Amman, capitale del Paese. Quando ha saputo che Luisa Ghirardi, coneglianese bloccata a Madaba per via della crisi mediorientale, non trovava una via per tornare in Italia, ha scelto il gesto più diretto: offrire rifugio.

Non sarà comunque necessario: Luisa Ghirardi dovrebbe riuscire a rientrare questa sera. Ma il gesto resta. In un Paese attraversato dalla tensione tra Iran e Israele che ha cancellato per giorni i voli di linea, la disponibilità silenziosa di una donna è diventata il simbolo di una solidarietà che resiste anche alla paura. In un luogo dove il cielo si illumina per motivi sbagliati, Paola Segat ha mostrato la luce giusta.

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OLTRE LA PAURA

Paola Segat ha 80 anni e vive in Giordania da più di mezzo secolo.

Si è trasferita ad Amman 53 anni fa, quando ha deciso di seguire l’uomo che amava: suo marito, un architetto giordano conosciuto durante gli studi all’università di Venezia. Da allora, non è più tornata indietro. Oggi parla l’arabo con disinvoltura, ma non ha mai perso il legame con la sua terra elegge ancora il quotidiano della sua regione. Quando ha saputo della storia di Luisa, si è sentita toccata nel profondo. «Ho detto subito a mio nipote di mettersi in contatto. Se aveva bisogno di un posto sicuro, io ero disponibile. In momenti così complicati, l’unica cosa da fare è aiutare».

Nessuna esitazione, nessun calcolo. Solo un senso naturale di ospitalità e responsabilità: «Una ragazza sola in un Paese straniero, sotto la minaccia di un conflitto: non potevo restare a guardare». E così Paola si è fatta trovare, facendo sapere a Luisa, all’amica che viaggia con lei e a chi si trovasse in condizione di necessità, di poter contare su qualcuno. Così ha reso la Giordania un po’ meno estranea, ricordando che il coraggio, a volte, è una forma gentile di normalità.

IL RITORNO

Luisa Ghirardi, ora residente a Pieve d’Alpago, era partita per una vacanza con un’amica. Ma il viaggio si è trasformato in un incubo quando dopo aver raggiunto Madaba – città a meno di trenta chilometri dal confine israeliano – si è trovata bloccata in piena crisi. I voli sono stati cancellati a causa dei missili iraniani intercettati da Israele, che vengono fatti scoppiare anche lontano dagli obiettivi. Per Luisa sono stati giorni tesi, senza indicazioni, senza certezze. Poi, finalmente, una possibilità: «Ho visto che sono ripresi i voli di altre compagnie. Dovrei averne uno volo oggi pomeriggio. Nulla è sicuro, ma spero di arrivare a Milano in serata». Fino a ieri tutto era ancora incerto, ma almeno sembrava possibile. E sapere che a qualche chilometro di distanza c’era una porta aperta, una connazionale pronta ad accogliere, ha reso quell’attesa meno buia.

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