ROVIGO - Ci sarebbe stata una relazione sentimentale finita bruscamente all'origine della vicenda processuale scaturita da una denuncia per stalking presentata dalla titolare di un locale del capoluogo e conclusa ieri (17 febbraio) in appello con la conferma della sentenza di assoluzione emessa in primo grado per i due imputati.
LA VICENDA
A presentare denuncia per stalking, nel 2018, era stata la titolare, allora 42enne, di un locale in una frazione di Rovigo. La donna aveva denunciato un 58enne non sopportandone più le continue e ripetute attenzioni/richieste nei suoi confronti. Denuncia che riguardava poi anche un amico di costui, 50enne all'epoca dei fatti. Nei confronti dei due la signora chiedeva una provvisionale di, rispettivamente, 20mila e 5mila euro.
La vicenda processuale si concludeva però in primo grado a maggio 2023 con l'assoluzione dei due uomini assistiti, rispettivamente dall'avvocato Federico Romagnolo del Foro di Ferrara e dal collega Domenico Caruso del Foro di Venezia, con la motivazione "perché il fatto non sussiste".
Di parere opposto la signora che presentava così ricorso in appello contro la decisione del giudice di primo grado. Ieri la Corte d'Appello ha rigettato la richiesta della parte offesa e ha confermato l'assoluzione condannando anche la signora anche a rifondere le spese processuali.
«Siamo soddisfatti - conferma l'avvocato Romagnolo - che sia stata chiarita ogni responsabilità in capo al mio assistito. Non si è trattato di stalking, ma solo del tentativo di farsi restituire somme prestate a titolo personale. La decisione della Corte è arrivata alla fine di un procedimento complesso che ha visto anche l'acquisizione di video nel fascicolo processuale».
RAPPORTO CHIUSO
In pratica, tra la titolare del locale e il 58enne ci sarebbe stata una breve relazione sentimentale, nel corso della quale lei avrebbe ricevuto dal "partner", a titolo di prestito, somme di denaro. Interrotto il rapporto, lui avrebbe cercato di farsi restituire in tutto o in parte quanto consegnato e per questo si sarebbe presentato con insistenza dalla signora, che a questo punto lo aveva denunciato per stalking. La vicenda si era complicata con l'attivazione del "codice rosso", previsto in questi casi, e con l'intervento non riuscito di un amico dell'imputato di mettere pace"; tentativo che lo aveva anzi visto lui stesso accusato poi di favoreggiamento nei confronti del primo.
Una vicenda che ha richiesto un lungo lavoro per mettere tutti i tasselli al loro posto e sulla quale ieri la Corte d'Appello ha definitivamente messo la parola fine.