PORDENONE - Non è certo se l’assunzione sia avvenuta durante l’orario scolastico oppure se il valore poi trovato nelle analisi compiute dal personale medico successivamente al ricovero in ospedale. Quello che è certo riguarda la dinamica: una studentessa pordenonese, appena adolescente, è svenuta in una scuola superiore del capoluogo provinciale ed è stata trasportata al Santa Maria degli Angeli, nel reparto di Pediatria. E i medici, una volta eseguiti i controlli, hanno rilevato la positività alla marijuana.
Cos'è successo
I fatti risalgono all’inizio della settimana e si intrecciano con quelli che fanno riferimento a una vicenda simile e avvenuta nelle stesse ore.
Il quadro
Sono almeno tre al mese, secondo quanto riportato dall’ospedale di Pordenone, i giovani minorenni che finiscono in ospedale a causa dell’assunzione di alcol oppure di sostanze stupefacenti di varia natura. «Si tratta di una condizione che vediamo abbastanza spesso. Se dovessimo fare una stima approssimativa – aveva spiegato Roberto Dall’Amico, primario di pediatria al Santa Maria degli Angeli di Pordenone – in pronto soccorso ne arrivano almeno tre al mese». Molti ragazzi, poi, trovano in casa farmaci da banco e psicotropi appartenenti a familiari, assumendoli senza alcuna conoscenza degli effetti collaterali. Il paracetamolo ad esempio, spiegava il primario, ingerito in dosi massicce può avere conseguenze epatiche gravissime. Vi sono poi quelli che, seguiti per disturbi dell’umore o dell’ansia, accumulano le proprie terapie per assumerle dopo, in un’unica dose. «Lo vediamo anche con i nostri pazienti – aggiungeva il medico – e per questo prestiamo la massima attenzione: capita che i ragazzi e le ragazze vengano messi in terapia con farmaci contro patologie di interesse neuropsichiatrico e che, invece di prenderli con una certa regolarità, ne prendano venti compresse tutte assieme. Poi ce li troviamo al pronto soccorso».