L’invito, arrivato da più parti dopo la maxi-rissa di Pordenone che sabato scorso ha gettato nel caos la stazione ferroviaria del capoluogo e spaventato i viaggiatori che in quel momento la occupavano per ben altri motivi, è quello a non minimizzare, a non sottovalutare un fenomeno che preoccupa. Lo ha detto ad esempio il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. E ora a corroborare l’invito a non ritenere quanto accaduto un semplice “gioco” ci sono anche i numeri. Sono più ampi, non immediatamente collegati ai fatti di Pordenone, ma sintomatici di un mondo giovanile in subbuglio.
I DATI
I reati commessi da ragazzi e ragazze al di sotto dei 18 anni sono in aumento. E lo sono più o meno a macchia d’olio in tutto il Friuli Venezia Giulia. Da un lato - va ricordato - si fanno più controlli. Ma dall’altro è impossibile girare la testa dall’altra parte e sostenere che il problema non esista. La statistica del Ministero dell’Interno è chiara. Lascia spazio a pochissimi dubbi. Abbraccia tutto il Nordest e spiega come «l’andamento della criminalità minorile sia quasi sovrapponibile a quello delle regioni del Nord-Ovest, seppure su un ordine di grandezza inferiore: si evidenzia un trend in aumento nel biennio 2021-2022. Dal 2010 al 2022 si registra un incremento del 33,77 per cento. La media delle segnalazioni annue è pari a 6.545. Le segnalazioni per violenza o minaccia a pubblico ufficiale raggiungono anch’esse il picco della serie temporale nel 2022, registrando un significativo incremento rispetto al 2010. L’analisi delle segnalazioni di minori per i reati di resistenza e violenza o minaccia a pubblico ufficiale evidenzia che quelle per resistenza sono le più numerose, registrando un incremento dell’85,36% dal 2010 al 2022. Le segnalazioni di minori per rissa evidenziano un aumento del 57,40% tra il 2010 ed il 2022. In particolare, si registra un forte incremento a partire dal 2018. Tornando al Fvg, il focus si sposta sulle rapine e le estorsioni con protagonisti minorenni: si tratta di dati quadruplicati in due anni, con 130 denunce in regione solamente nei primi dieci mesi del 2024.
IL COMMENTO
«I fatti di Pordenone - scrive Sinistra Italiana - ci devono interrogare sulla situazione giovanile nel nostro paese e nella nostra città. Non pensando di risolvere solo con le forze di polizia dobbiamo interrogarci sul disagio, sulle fragilità, sui modelli che regolano i rapporti tra di loro. Ridurre tutto a questione di ordine pubblico ci fa perdere di vista le ragioni. . Andiamo alla radice del problema, rafforzando le reti sociali di ascolto, sostegno, superamento di disuguaglianze. Necessaria è un'alleanza tra istituzioni, scuola, servizi sociali innovativi. Anni fa l'esperienza di educazione di strada aveva portato risultati importanti, è possibile ripartire da qui perché non possiamo pensare a una generazione come perduta da affrontare solo come ordine pubblico.