TRIESTE - Non siamo ancora all'«Enrico stai sereno» di Matteo Renzi all'allora premier Enrico Letta. Ma non ci si va nemmeno così lontani. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il pordenonese Luca Ciriani, ieri a Trieste è entrato a gamba tesa nel dibattito sul terzo mandato dei presidenti delle Regioni. E lo ha fatto a viso aperto, menzionando - nome e cognome - il suo alleato di coalizione in Friuli Venezia Giulia, il presidente Massimiliano Fedriga.
Proprio quest'ultimo alcuni giorni fa aveva alzato la voce portando sul tavolo la specialità e l'autonomia del Fvg e invocando la possibilità di introdurre la riforma con una legge regionale. Ieri, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Trieste, il tackle di Ciriani. Sul terzo mandato «continuo a dire quello che ho detto mesi fa, quando si è tentato un blitz in Parlamento per la modifica della legge 65 del 2004, cioè che la fretta è una cattiva consigliera. Consiglio di aspettare la sentenza della Consulta che si dovrà esprimere sul ricorso che ha fatto il governo alla legge della Campania e dopo aver letto la sentenza sarà il caso di sedersi tutti quanti e di capire come e se procedere». Poi l'affondo diretto al presidente del Friuli Venezia Giulia. «Per quanto riguarda il Fvg - ha poi precisato il ministro Ciriani - siccome il presidente Fedriga e non solo lui rivendica il fatto che l'autonomia possa consentire un percorso differenziato, anche qui dico che la fretta è cattiva consigliera. Aspettiamo la Consulta e poi rifletteremo tutti insieme con calma su cosa si può e cosa non si può fare».