PADOVA - All’ora di pranzo Giovanni Manildo passeggia lungo l’argine del Piovego, zona di spritz e di studenti. Al di là della recinzione c’è la mensa dell’Esu di Padova, scelta dal candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto come sfondo per il debutto della sua campagna elettorale dedicato ai giovani.
A stretto giro lo staff dell’aspirante governatore dem si scuserà: «Siamo dispiaciuti per quello che è stato un banale malinteso. Quando il responsabile della struttura ce lo ha fatto notare, molto gentilmente abbiamo chiesto agli operatori dell’informazione, con altrettanta gentilezza, di proseguire all’esterno. E così è stato». Tuttavia non sarà una piccola buccia a far scivolare l’alpino trevigiano. «Cerco di percorrere a piedi – racconta – 18 chilometri al giorno. Mi sto allenando per il cammino di Santiago, nella versione portoghese da Porto. Sarà da capire quando, dopo le Regionali temo...». Risata, nel suo stile mostrato fin da quand’era sindaco, solo che nel frattempo sono passati sette anni e si è aggiunto qualche chilo sotto l’abito blu. «Ammetto che adesso Giovanni è molto più dinamico di allora, ma deve dimagrire un pochino», scherza ma non troppo lo stratega Matteo Bellomo. E siccome si è fatta una certa, tra i due segue relativo botta e risposta: «Toast? No, meglio un’insalatina, va’».
Proposte
Un ragazzo lo ferma per strada e gli stringe la mano: «Voterò per te». Una ragazza si fa spiegare dall’amica chi è l’avvocato in camicia bianca circondato dalle telecamere: «È quello che correrà contro Zaia». Non proprio, corregge il tiro Manildo: «La nostra vuole essere una campagna “per” qualcosa, non “contro” qualcuno. Quindi cominciamo incontrando i giovani, perché vogliamo che siano partecipativi, sia nelle proposte attuali che nel governo futuro della Regione. Al momento non sappiamo ancora chi sarà il candidato del centrodestra, né quando si svolgeranno elezioni. Ecco, ci piacerebbe conoscere la data del voto, mentre per quanto riguarda il mio sfidante, non ho nessuna preferenza. Il nostro gruppo deve pensare alla propria partita ed esserne orgoglioso a prescindere da tutto. Per fare un paragone calcistico: dev’essere una squadra che ha il suo gioco, indipendentemente dall’avversario. Lasciamo ad altri le scelte delle candidature attraverso liturgie che seguono una logica di potere. Noi ci basiamo sulle idee. Intendo fare il giro di tutti gli atenei del Veneto. Ma intanto sono partito dall’Università di Padova, proprio nel giorno in cui è risultata la prima in Italia nella fascia sopra i 40.000 studenti, per una ragione affettiva: mi sono laureato qua».
Che giovane è stato? «Un entusiasta – risponde – con tanta voglia di costruire il mio futuro. Un concetto che vale anche per i ragazzi di oggi. Come penso di convincerli? Ascoltandoli, facendoli sentire parte fondamentale del presente e del futuro, costruendo un ambiente in cui possono cambiare il loro destino, avendo un dialogo non su massimi sistemi ma su cose concrete. Per questo c’è una bella rete giovanile spontanea a supporto del nostro progetto».
Linguaggio
L’alfiere dell’alleanza di centrosinistra li incontra per discutere di costo della vita, mobilità, diritto alla salute, casa. «Parliamo con i giovani ma non solo di politiche giovanili – sottolinea – bensì di temi che riguardano tutti. Sarà importante il linguaggio, perché non gradisco la deriva anche linguistica dello scontro tra tifosi. Quando sento il presidente di un’importante nazione usare termini volgarotti, penso che quello sia un degrado della politica che non mi appartiene. Quindi useremo parole che arrivino a tutti, ma senza negare la complessità dei problemi. Il mio slogan? A me piace: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti”. Ma lo decideremo più avanti, quando presenteremo il programma». Per il 23 luglio è attesa l’adesione anche di Azione, dopodiché entro la fine della settimana ci sarà il primo evento della coalizione nella sua Treviso.