SACILE - Brutta sorpresa per le famiglie sacilesi che hanno chiesto un aiuto perché faticano a pagare l'affitto di casa.
Cosa che aveva portato ad un contributo medio di 1.300 euro a richiedente. Su 164 domande presentate, ventinove sono state scartate perché prive dei requisiti e dunque quelle valide e ammesse sono state 135. «In realtà 139. La differenza è causata da coloro che, cambiando casa nel corso del 2024, hanno dato vita a due domande diverse». Sacile si è vista assegnare poco meno di 152mila euro, ma a fronte di richieste per quasi 400mila e comunque circa 40mila euro annui in meno. L'anno precedente, il 2023, le domande erano state leggermente più numerose, centoquarantasette, ma furono più cospicui anche i fondi destinati alla città: 195mila, con domande che superarono i 420mila euro.
LE DOMANDE
Le richieste di quest'anno pareggiano invece quelle di tre anni fa, «quando ad ogni singolo richiedente furono assegnati trecento euro in più, ovvero 1.428 euro» ricorda la consigliera comunale Rossana Casadio, secondo la quale la piccola flessione nel totale delle domande di quest'anno «non è nemmeno detto che sia da leggersi come segno positivo. Magari si tratta di famiglie che, preso atto della situazione e delle difficoltà, per non dire degli affitti sacilesi, hanno deciso di migrare altrove».
Quel che è certo, secondo l'esponente dell'opposizione, è che «con gli aumenti degli ultimi due anni è evidente che qui trecento euro hanno un valore reale nettamente superiore». Facendo i conti a spanne, si possono dunque considerare per intero le 160 famiglie che hanno chiesto il bonus affitti perché anche quella trentina che non ne aveva diritto evidentemente tanto bene non se la passano. Ci sono poi 141 domande che aspettano risposta per una casa popolare (su un totale di 9mila in regione), cifre che si assomigliano e che danno l'idea di quanti nuclei famigliari si trovino in reali difficoltà abitative.
L'IPOTESI
Argomenti correlati, il destino delle ex scuole di San Michele e i tre piccoli appartamenti di proprietà comunale a Ronche. Due situazioni che rimbalzano nella politica sacilese ormai da qualche anno, senza trovare una soluzione e che puntualmente sono stati tirati in ballo anche durante la prima tornata delle assemblee territoriali chiusasi nei giorni scorsi. In merito alle ex scuole restano due le opzioni. Darle all'Ater per farci abitazioni nuove in edilizia residenziale agevolata, ma non è detto che l'Ente ci riesca, oppure l'amministrazione Spagnol cercherà di vendere l'area ai privati. Il sindaco l'ha ribadito qualche sera fa proprio a San Michele. Anche questa un'operazione che finora non si è dimostrata semplice.
Le aste, con prezzi diversi, sono sempre andate deserte. Per i tre appartamenti di Ronche serve invece una cifra di cui il Comune non dispone: 300mila euro. Difficile immaginare che a livello di governo locale e forse perfino regionale, si possa in qualche modo intervenire sul problema casa lasciando un segno. Ancora la consigliera comunale: «Dobbiamo ricordare che nell'ultimo decennio secondo l'Istat le spese per la casa sono arrivate ormai a rappresentare il 40% delle entrate familiari. Il prezzo delle abitazioni è cresciuto mediamente di dieci euro al metroquadro, mentre il valore degli stipendi ha subito un calo del 7,4%». Secondo Casadio è bene ricordare che non esistono isole felici, «anche nel nostro Ambito le richieste di aiuto sono aumentate del 4,5%, nel corso del 2024».