Val di Zoldo, viaggio nel municipio dei brasiliani dove l'anagrafe rimane chiusa

Il "mitico" emigrante Pellegrino Mosena: centinaia di suoi (presunti) discendenti chiedono la cittadinanza

venerdì 28 giugno 2024 di Angela Pederiva
Val di Zoldo, viaggio nel municipio dei brasiliani dove l'anagrafe rimane chiusa

VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - Il sindaco Camillo De Pellegrin lo dice e lo ripete: «Per capire questo fenomeno, bisogna guardarci dentro».

E allora entriamo nel municipio di Val di Zoldo, dove il vessillo verdeoro sventola sulla facciata poco sotto al leone veneto, al tricolore italiano e alle stelle europee, una provocazione per ricordare che ai 2.850 residenti fra Pelmo e Civetta vanno sommati i 1.770 iscritti all'Aire, dei quali i maggiorenni elettori sono 752 in tutto il Vecchio Continente e 559 nel solo Brasile. I futuri 600 nuovi italiani sono accatastati al primo piano, dentro bustoni e cartelline ammonticchiati per anno; l'arretrato risale al 2019, con una vistosa crescita nel 2023 e un nuovo record nel 2024, a giudicare dall'altezza ormai raggiunta dalla sesta pila nel primo semestre.

Le telefonate e la Finanza

È una di quelle mattine in cui l'Anagrafe rimane chiusa al pubblico, per effetto dell'avviso affisso a gennaio dal sindaco De Pellegrin: «L'erogazione dei servizi dell'ufficio demografico subirà un rallentamento al fine di dar corso alle sentenze di riconoscimento cittadinanza in favore di cittadini italo-brasiliani e alle trascrizioni che pervengono dai consolati». Arriva una telefonata da Castronovo di Sicilia, 1.500 chilometri più a sud ma stessa emergenza in corso. Dall'altro capo del filo, la funzionaria palermitana racconta che nel paesino sui monti Sicani si è insediato uno di quei consulenti (bollati sulle Dolomiti come "faccendieri") che assistono gli oriundi brasiliani nella procedura di riconoscimento della cittadinanza italiana, il quale ha preso in affitto un appartamento in cui fissare la presunta residenza dei richiedenti e intanto cerca riscontri sul loro super-avo, partito alla fine del diciannovesimo secolo da Forno di Zoldo. Eccolo qua il "mitico" Pellegrino Mosena, numero 79 nel registro degli atti di nascita del 1881, uno dei libroni che compongono la preziosa enciclopedia anagrafica zoldana: è lui «il dante» (causa), come i brasiliani usano chiamare l'antenato che ha trasmesso loro la cittadinanza italiana iure sanguinis, da cui sarebbero derivate centinaia di istanze in tutta Italia. «Arrivati alla quarta o quinta generazione dalla grande ondata migratoria, e considerate le epoche in cui era normale avere anche dieci figli, i numeri della discendenza sono plausibili ci viene spiegato . Il problema è che non possiamo sapere se davvero il signor Souza o la signora Da Silva sono i nipoti dei pronipoti del nostro antico concittadino. Così in casi come questo succede che la Guardia di finanza ci chieda se altri Comuni ci hanno domandato più certificati dello stesso emigrante, o voglia visionare gli atti originali per capire se ci sono state falsificazioni».

La burocrazia

Questa è ovviamente la distorsione patologica dell'esercizio di un diritto che, nella sua corretta fisiologia, è invece assolutamente consentito dalla legge. Ma nel municipio di via Roma monta il fastidio per la narrazione degli oriundi attaccati alle radici del loro albero genealogico per motivi affettivi e culturali. È il punto di vista di chi si sente chiedere di poter fotografare «l'atto di nascita del caro trisavolo», salvo poi trovarlo pubblicato sui siti di ricerche anagrafiche a pagamento; o magari assiste al bizzarro turismo cimiteriale, «con le agenzie che vanno a caccia di lapidi per ricostruire le parentele dei clienti». L'ente locale è coinvolto, e travolto, in due fasi. La prima riguarda l'avvio della pratica nei Consolati o, sempre più spesso a causa delle loro lunghe code, nei Tribunali (fino al 2022 a Roma, dalla riforma Cartabia a Venezia, il più oberato in Italia). I richiedenti hanno bisogno delle carte relative agli ascendenti e quelle archiviate dall'agosto del 1871 stanno tutte qui: ricerca manuale, naturalmente, per risalire al tal "Giovanni", alias "Giovani", ovvero "Ggiovanni", oppure "Geovanni", ma anche "Joao". La seconda impennata dell'attività fa seguito al riconoscimento da parte dei giudici, i quali ordinano all'ufficiale di stato civile di procedere «alle iscrizioni, trascrizioni e annotazioni di legge», sicché gli avvocati spediscono al Comune i plichi contenenti certificati di matrimonio, divorzio e nascita, «così tanti che spesso i corrieri li lanciano sulla soglia senza neanche aspettare che usciamo a ritirarli». In un ginepraio di tripli cognomi, nomi uguali tra padri e figli, traduzioni dal portoghese e apostille con codice Qr da verificare online, ogni nuovo residente va inserito nelle banche-dati dell'anagrafe comunale, dell'Aire e del servizio elettorale, dopodiché i suoi dati devono essere aggiornati per tutto il corso della vita comprendendo pure gli eventuali cambi di indirizzo in Brasile o in altri Paesi, «dovunque tranne che a Zoldo perché non ce n'è uno che voglia venire ad abitare qua».

L'ex calciatore

Per davvero, s'intende. Al massimo c'è stata qualche presenza temporanea, per sfruttare la circolare ministeriale che consente agli oriundi di avanzare la domanda di cittadinanza al Comune in cui hanno fissato la residenza per i 90 giorni del visto turistico. «Con questo stratagemma ci viene riferito una ventina di brasiliani erano stati collocati in un casolare fatiscente a Goima, su iniziativa di un ex calciatore che girava in Jaguar ed era pronto a portarne altri 400. Ma dopo che abbiamo avvisato le forze dell'ordine, sono spariti tutti, compreso lui che è poi finito sotto inchiesta per traffico di droga e di armi». I due attuali dipendenti, che dovrebbero dedicarsi anche a tutto il resto, non bastano più. Nel frattempo le diffide contro i ritardi si stanno trasformando in ricorsi al Tar, già tre. Finora è però rimasto inascoltato l'appello del sindaco De Pellegrin ai ministeri dell'Interno e degli Esteri. «La beffa? Le agenzie dei faccendieri si offrono di mandarci gratis un addetto alle trascrizioni...». 

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