SAVELLETRI (BRINDISI) - «Panna montata». «Strumentalizzazione elettorale». «Il tentativo di inserire elementi di disturbo in un G7 che sta andando benissimo».
A metà pomeriggio i lavori a Borgo Egnazia, nelle campagne del brindisino, sembrano procedere senza grossi intoppi. C'è l'intesa sull'uso degli asset russi congelati e pure un'ampia condivisione sul partenariato voluto dagli Usa per bilanciare la via della Seta. Giorgia Meloni è però turbata. «Irritata» secondo chi lavora a braccetto con lei.
Macchinine speciali e paracadutisti con bandiera: l'accoglienza made in Italy al G7
E così nel golf club antistante al villaggio in pietra grezza che ospita i sette Grandi della Terra, appena prima dell'arrivo dei leader per l'iconica cerimonia delle bandiere, ecco comparire un caddy con a bordo alcuni diplomatici italiani. La missione è semplice: ribaltare una vicenda che avrebbe visto la Francia chiedere più garanzie per il diritto all'aborto delle donne, e l'Italia respingere il tentativo perché in contrasto con le politiche pro-vita adottate dall'esecutivo nostrano. «Non c'è alcuna sostanza» dietro a queste polemiche spiegano le fonti italiane, prima di lanciarsi in una ricostruzione della dinamica della negoziazione incriminata, avvenuta tra martedì e mercoledì. «Nel pieno della notte (gli sherpa ndr) sono arrivati ad occuparsi di quel paragrafo» e si è scoperta l'intenzione di alcuni Paesi di «modificare» il testo, andando oltre al semplice riferimento a quanto già contenuto dalla dichiarazione finale del G7 di Hiroshima dello scorso anno. Documento che al paragrafo 43, da cui «non è stato tolto nulla», ribadiva la necessità di garantire il diritto all'aborto.
«Abbiamo solo detto che laddove si voleva andare oltre avremmo voluto ribilanciare» il testo, spiegano gli italiani. Un nuovo batti e ribatti che avrebbe però con ogni probabilità finito con l'allungare di molto le trattative sul documento. «Abbiamo detto tutti basta insieme». Di fatto si sarebbe concordato di non intervenire sul punto, accettando l'assenza della parola «aborto» all'interno delle dichiarazioni. A richiesta esplicita, gli sherpa italiani e lo staff di palazzo Chigi preferiscono non chiarire le parti in commedia ed evitare accuratamente ogni riferimento alla Francia. «È già noto come sono andate le cose» spiegano, proprio mentre a Roma il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida offre una chiave di lettura alternativa: «Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno, se hanno scelto di non metterlo ci sarà un perché».
LA VERSIONE DI FRANCIA E USA
Ricostruzioni che, però, fonti americane e francese - chiamate in ballo dopo le parole di Jack Sullivan, responsabile della sicurezza nazionale di Joe Biden, che ieri mattina ha ribadito come la Casa Bianca tenga in forte considerazione i diritti Lgbtiq+ - non condividono. Vedendo «un interesse italiano» nel raccontare in questo modo l'episodio. Tant'è che a sera, subito dopo la photo opportunity in cui una certa tensione tra Emmanuel Macron e Meloni è stata abbastanza palpabile, il presidente transalpino si è detto «dispiaciuto per la mancanza della parola aborto» all'interno del testo, ravvisando «sensibilità diverse» tra l'Eliseo e la presidenza italiana. «La Francia condivide una visione di uguaglianza tra uomo e donna – ha rincarato parlando ai giornalisti – non è una visione condivisa da tutto lo spettro politico. Mi dispiace molto ma lo rispetto perché è stata la scelta sovrana del vostro popolo». Un attacco diretto e abbastanza violento in primis alla vittoria elettorale di Meloni, e in secondo luogo alla vicinanza della premier con l'oppositrice di Macron Marine Le Pen. In ogni caso destinato a lasciare più di qualche strascico. Peraltro, già mercoledì la premier aveva sbottato in privato nei confronti del francese, con cui le trattative per comporre la prossima Commissione europea si annunciano complicatissime. Alla vigilia del vertice infatti, il presidente francese aveva anticipato il successo delle trattative per sbloccare l'uso dei beni russi congelati come garanzia per il prestito da 50 miliardi di dollari da destinare all'Ucraina.
LA REPLICA
Scontri su scontri, che difficilmente oggi non lasceranno strascichi. Anche perché a sera è la premier a ribattere. «È una polemica totalmente pretestuosa», ha spiegato ai giornalisti confermando la versione offerta dagli sherpa poche ore prima. «Le conclusioni se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c'è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d'accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7». E mancano ancora almeno ventiquattro ore per la chiusura del summit.
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