È un norovirus quello che, nello scorso fine settimana, ha provocato 60 casi di intossicazione in un ristorante di sushi in pieno centro a Pescara. Questo è il risultato delle analisi effettuate dalla Uoc microbiologia e virologia della Asl di Pescara, diretta dal dottor Paolo Fazii, sui campioni biologici consegnati all’unità igiene degli alimenti e della nutrizione, diretta dalla dottoressa Amalia Scuderi.
I sintomi
Si tratta di un virus intestinale altamente contagioso: i sintomi iniziano in un arco di tempo compreso tra le 12 e le 48 ore che includono forte malessere, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali. Si possono manifestare anche febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. L’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. Anche una minima esposizione a particelle virali può provocare il contagio, con un periodo di incubazione molto breve, generalmente di 1-2 giorni. Inoltre, le superfici contaminate rappresentano un'importante fonte di diffusione del virus, spesso a causa della produzione di aerosol generato dal vomito o dall’uso dello sciacquone.
Le raccomandazioni
La Asl raccomanda un regime severo nel caso in cui vi sia una persona infetta in ambito familiare, anche per evitare un allargamento del contagio: «Si raccomanda - si legge in una nota - di effettuare una scrupolosa pulizia e sanificazione delle superfici più frequentemente toccate, in particolare di servizi igienici, rubinetti, telefoni, maniglie delle porte e superfici utilizzate per il consumo e la distribuzione del cibo. È inoltre fondamentale adottare una rigorosa igiene delle mani, lavandole frequentemente con acqua e sapone per almeno 20 secondi».
I norovirus sono resistenti al freddo e calore e possono sopravvivere fino a 60°C, per questo anche la cottura rapida a vapore potrebbe non essere sufficiente per eliminarlo.
L'attività di controllo è iniziata a mezzogiorno di domenica e si è protratta per sei ore. Le verifiche hanno riguardato non solo la conservazione degli alimenti, ma anche le condizioni igienico strutturali, che sono state considerate carenti. Questo ha portato a disporre la chiusura del locale. E, alla luce dei riscontri arrivati ieri, è stato un provvedimento che ha consentito di bloccare un contagio che avrebbe potuto essere molto più ampio, se altre persone fossero venute a contatto con lo stesso blocco di alimenti contaminati. La Procura di Pescara ha aperto un fascicolo delegando le indagini al Nucleo antisofisticazioni e sanità Nas) dei carabinieri.