Le motivazioni
«Nostro figlio -prosegue De Lorenzi- ha fatto scelte diverse dalle nostre e abita in Piemonte. Non voglio lasciargli il problema aperto: non sarebbe giusto nei suoi confronti. Ad in certo punto è inevitabile cedere: nulla è più come un tempo e la qualità non paga».
Di qui l'addio: «Non vi sarà alcun passaggio ad altre gestioni. Chiudiamo e basta. In prospettiva mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa che servisse a valorizzare Nervesa».
Dove, anno dopo anno, le vetrine abbassate, in centro e non solo, si sono moltiplicate a vista d'occhio e ora, di aperto, resta davvero poco. E forse è anche per questo che De Lorenzi, pur in un atteggiamento equilibrato e razionale, non nasconde un pizzico di nostalgia per essere arrivato ai titoli di coda di un'attività dalla lunga storia.