NERVESA (TREVISO) - «Non mi dicono ancora niente di quello che è successo a mio fratello. Ho chiesto che me lo facciano vedere ma non me lo permettono. Spero solo che trovino presto il pirata che l’ha ucciso». Eric, il fratello di Cheick Tidiane Bance, il 18enne del Burkina Faso trovato cadavere lungo la Pontebbana a Nervesa della Battaglia all’alba di domenica, ieri mattina si è presentato in tribunale a Treviso. Con lui alcuni parenti e rappresentanti della comunità burkinabè, per dargli man forte. Visibilmente sotto choc, tentava di avere informazioni per poter vedere il corpo del 18enne. Richiesta impossibile da esaudire in questa fase delle indagini.
Eric, però, non ci sta: «Voglio vederlo». E alla domanda sul perché Cheick si trovasse a piedi nei pressi del distributore Tamoil risponde: «Non so che cosa abbia fatto quella sera. Mi hanno solo detto che è morto». Mentre parla stringe tra le mani una bottiglietta d’acqua. Ogni tanto beve un sorso per cercare di far passare quel groppo che ha in gola, che però non passa. «È una tragedia troppo grande - ripete più volte - Non si meritava tutto questo, era solo un ragazzo». Già, perché Cheick aveva solo 18 anni, e tutta una vita davanti. Con il sogno di restare a Treviso e non tornare più dai genitori in Francia, se non per le vacanze. «Eric è sconvolto - racconta un amico, assieme a lui ieri in tribunale - È comprensibile dopo quello che è successo».