VIDOR (TREVISO) - «Sì, li tolgo tutti».
IL CONSORZIO
Un gesto, quello della retromarcia di Brustolin, che suona come un’ammissione di colpa ma che, come aveva sottolineato il presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Franco Adami, quell’installazione forse poteva essere considerata come «un peccato veniale per interessi personali, passatemi il termine, soprattutto se guardiamo tutto quello che Brustolin ha fatto per le Colline». Quella trentina di pannelli, per calmare gli animi, secondo il Consorzio rientra nella sfera dell’errore in buona fede. Anche se Adami è stato fermo nel dire che una soluzione andava trovata, e in fretta: «Quell’impianto va tolto, o come minimo spostato. Non è giustificabile che si trovi in quella posizione. Nemmeno considerando il fatto che la legge regionale è intervenuta soltanto nel luglio 2022». Il presidente del Consorzio Docg, parlando proprio di vincoli, ha ricordato che se è vero che la legge regionale è vecchia solo di due anni, è anche vero che esiste un vincolo paesaggistico, voluto proprio dal Consorzio, che ne ha quasi venti. «Lo abbiamo voluto con forza proprio per preservare le nostre colline - aveva affermato Adami - Ed è bene ricordare che sono stati i produttori a far sì che il patrimonio vitivinicolo di questi territori fosse riconosciuto come tale. Quindi giù le mani dalla Colline: gli impianti fotovoltaici possono essere installati altrove».
LE REAZIONI
La notizia della presenza di quei pannelli, data da Il Gazzettino tre giorni fa, aveva scatenato reazioni da più parti. Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, si era detta decisa ad andare a fondo: «Il Comune di Vidor ora dovrà premurarsi di verificare se ci siano le autorizzazioni necessarie». Duro anche Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno: «Quei pannelli sono un pugno in un occhio. È stato fatto un duro lavoro per trasformare la natura in bellezza architettonica grazie alle coltivazioni, ed è un patrimonio che non può essere deturpato». Non da meno anche il sindaco di Vidor, Mario Bailo: «Faremo tutte le verifiche del caso. Di quei pannelli non sapevamo nulla. È vero che la legge regionale non è retroattiva, ma esistono anche dei vincoli paesaggistici. Una soluzione va trovata». Lo stesso Bailo aveva annunciato controlli anche in altre aree: «L’amministrazione di Vidor farà una serie di verifiche per capire se ci siano altre situazioni del genere. Servirà qualche tempo anche perché di richieste di autorizzazione recenti non ce ne sono». Di certo c’è che alla Bottegan i pannelli fotovoltaici spariranno. Già oggi.