SPRESIANO - Guasti all’illuminazione pubblica ripetuti da mesi a causa del posizionamento della fibra ottica. E ieri non solo a Spresiano, ma anche nella sede della provincia. La causa sempre la stessa: la ditta che si occupa di posizionare i cavi della fibra ottica, danneggia o trancia per errore anche quelli dell’elettricità. «I responsabili sono sempre gli stessi - punta il dito il sindaco Marco Della Pietra -. Farò tutto il possibile affinchè questa approssimazione finisca e si lavori come si deve». E se i problemi persisteranno, non esclude la possibilità di procedere per le vie legali «per il bene della cittadinanza».
I PROBLEMI
«Mi spiace dover comunicare che alcune zone del paese saranno prive di illuminazione pubblica a causa dell’ennesimo errore di esecuzione dei lavori da parte della ditta incaricata del posizionamento della fibra ottica».
LE RIMOSTRANZE
Visti i precedenti, Della Pietra ha organizzato una riunione con i committenti la scorsa settimana, portando anche tutte le segnalazioni dei cittadini. «Loro si rivolgono anche agli operai, chiedendo informazioni - spiega il sindaco -, ma puntualmente non ricevono risposta oppure vengono derisi. Questo non va bene: ci sono modi e modi per rivolgersi alla gente». L’esito della riunione, però, sarebbe stato positivo, con l’intenzione da parte dell’azienda di cambiare marcia. «Forse mi sono spiegato male io ma il cambio di marcia doveva essere in positivo, non certo con i disagi di questi ultimi giorni». Così ieri, Della Pietra ha scritto una lettera perentoria, intimando ad operare senza causare altri danni. «Sono disposto anche a seguire iter legali se necessario - afferma con fermezza -, tutto il possibile per il bene della mia cittadinanza. Hanno distrutto il paese, le strade sono mezze rotte. Non si può andare avanti così». A sostenere la sua posizione anche altri sindaci di comuni poco distanti, che hanno avuto gli stessi problemi, derivati proprio dalla posa della fibra. «Capisco che è un investimento per il futuro - conclude Della Pietra -, ma ciò non toglie che si debba avere cura delle opere e cose altrui».