CASALE - Un gruppetto di 14enni ha lanciato un petardo verso un anziano che stava passeggiando con la moglie.
Un comportamento da baby gang. Ad assistere alla scena c’erano anche altri passanti. Tra questi, Lisa Furlan, a passeggio con la cagnolina. «Invece di scusarsi con il signore, uno di loro ha iniziato a provocarlo e fare versi, assumendo un atteggiamento da bullo», racconta. Temendo che la situazione potesse degenerare, ha anche registrato un breve video. «Per tutelare le persone coinvolte - specifica - sono disponibile a mostrarlo ai genitori, qualora desiderino prenderne visione e intervenire».
I precedenti
Nelle ultime settimane i ragazzi si sono più volte divertiti a lanciare petardi per far paura ai cani. In queste ore la discussione sta prendendo corpo anche sui social. «Due domeniche fa stessa cosa. Sulle panchine in riva al Sile, dietro la chiesa, sempre con i petardi a far paura ai cani - rivela Marco Guerra, titolare dell’osteria Alla torre - stesso atteggiamento da bulli». Aveva provato a dire loro di smetterla. Ma anche lui alla fine è stato deriso. Di seguito, diversi altri cittadini hanno rivelato che un gruppo di giovani era passato tra le case gettando petardi nei giardini. Soprattutto dove c’erano dei cani. Ad esempio in via Roma, via San Michele, via Riviera Fornaci e via Italia. Tutte strade del centro di Casale. E quando qualcuno aveva provato a dire qualcosa, giù insulti. In un’occasione una residente ha poi incontrato i genitori di uno dei ragazzi. E sono arrivate delle scuse.
Il sindaco
Discorso simile per la scorribanda di un ragazzino, stavolta residente a Treviso, che nei mesi scorsi durante la sagra di Casale aveva rovesciato dei vasi e gettato terra un po’ ovunque davanti al municipio. Il Comune aveva sporto denuncia. «Poi avevamo incontrato i genitori, trovando una famiglia collaborativa. E il ragazzo è stato inserito nel programma “Ci sto? Affare fatica” - spiega il sindaco Stefania Golisciani - a fronte dei lavoretti fatti in estate qui a Casale, abbiamo ritirato le denuncia. Bisogna sempre contemperare la possibilità di un recupero con l’azione repressiva». Adesso potrebbe andare allo stesso modo? «I ragazzi pensano che certi comportamenti siano fighi, ma in realtà sono cose stupide - conclude Golisciani - mi metterò in contatto con il signore e chiederò anche di poter incontrare i ragazzi assieme ai loro genitori».