Frane sulle Dolomiti di Brenta, creato un modello 3D di Cima Falkner con i droni scanner. Ferrate e sentieri chiusi: ecco quali riaprono

Il massiccio è stato interessato da crolli di ampie dimensioni che hanno portato a un monitoraggio costante

mercoledì 30 luglio 2025 di Redazione web
Frane sulle Dolomiti di Brenta, creato un modello 3D di Cima Falkner con i droni scanner. Ferrate e sentieri chiusi: ecco quali riaprono

TRENTO - Il rischio di nuovi crolli da Cima Falkner, sulle Dolomiti di Brenta, è ritenuto sotto controllo perciò le autorità hanno dato il via libera alla riapertura di due sentieri. Permangono invece alcune chiusure di sentieri e ferrate.

Gli sviluppi

Ne dà notizia la Provincia autonoma di Trento al termine della riunione tecnica convocata dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, Stefano Fait - con la Sat ed i Comuni interessati.

Cima Falkner è stata scandagliata con attenzione con i droni scanner e sono stati riaperti i sentieri (316 e 315) che portano al Rifugio Tuckett e Sella. L'obbligo - previsto dall'ordinanza del sindaco di Tre Ville, Matteo Leonardi - è comunque di mantenersi nel sedime dei sentieri. Rimangono invece interdetti al pubblico la via ferrata delle Bocchette «Alfredo e Rodolfo Benini» (sentiero 305) e il 331 (dal bivio del 316 al bivio con il 305), di cui il primo è stato direttamente coinvolto dal crollo. 

L'analisi

Secondo gli ultimi accertamenti, fa sapere la Provincia, il distacco più consistente è avvenuto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 luglio, alle 2.36. L’evento è impresso nei grafici dei sismografi, dove è indicato l’esatto orario del crollo che è stato percepito dalla strumentazione anche a 50 chilometri di distanza. Intanto, proseguono i piccoli crolli dalla parte sommitale della montagna che si sta aprendo “a fiore”. In base al modello tridimensionale che è stato elaborato, la massa totale potenzialmente instabile della cima è stimata in circa 700mila metri cubi, sebbene non si prevedano crolli dell’intero versante. Gli ultimi approfondimenti tecnici hanno consentito inoltre di quantificare il volume di roccia crollato, pari a circa 36mila metri cubi. Il distacco ha interessato in particolare il versante sud-ovest della cima, che presenta ora una struttura in progressiva evoluzione. Il Servizio geologico, in collaborazione con il Nucleo droni del Corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento, proseguirà il monitoraggio intensivo di Cima Falkner, in modo da raccogliere ulteriori elementi rispetto ai movimenti della roccia. Il quadro geologico indica un progressivo deterioramento della stabilità, aggravato anche dalla degradazione del permafrost.

 

 

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Pubblicato da Provincia autonoma di Trento - Pagina Ufficiale su Mercoledì 30 luglio 2025

 

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