CADORE (BELLUNO) - Ora che è iniziato agosto, con un fine settimana da bollino nero, la domanda diventa sempre più insistente: quand’è che l’Alemagna sarà percorribile in sicurezza? In attesa della soluzione definitiva, dopo il vertice convocato dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin lo scorso 4 luglio, a San Vito di Cadore era stata decisa la transitabilità in località Dogana Vecchia a fronte di tre condizioni: con la presenza di sensori, dalle 6 alle 21, se non piove. Da allora è passato un mese e, sullo sfondo dei disagi per pendolari e turisti, scoppia pure un caso istituzionale: Anas ha scritto alla Provincia di Belluno e, per conoscenza, a una lunga serie di destinatari che vanno dal Comune alla Presidenza del Consiglio dei ministri, lamentando ritardi e mancanze nella condivisione delle informazioni sull’installazione di rilevatori come pluviometri, accelerometri e pendoli, «propedeutica alla revisione degli orari di riapertura della Statale». Messaggio ricevuto, quello trasmesso giovedì via posta elettronica certificata, se è vero che già ieri c’è stato un confronto tecnico fra gli enti interessati.
Interventi urgenti
Una tempestività che dà la misura della fibrillazione attorno all’Alemagna, in una giornata che oltretutto ha visto interminabili code a Longarone per un incidente in zona Fortogna. Dopo la colata detritica del 1° luglio da Croda Marcora, era stato stabilito che l’apertura diurna con bel tempo sarebbe andata avanti «fino al completamento dell’installazione di un sistema di monitoraggio automatico della frana da parte dell’Amministrazione provinciale», mentre Anas avrebbe concluso «gli interventi urgenti e di emergenza per la creazione di rilevati e valli in terra». Pertanto ancora l’11 luglio la società vigilata dal ministero delle Infrastrutture aveva chiesto alla Provincia «l’invio del modello di funzionamento dell’impianto posto in opera e i relativi certificati di collaudo funzionale che ne attestino l’operatività», così da poter passare all’apertura 24 ore su 24 con soppressione del presidio a vista, nonché «le previsioni temporali di installazione e collaudo del sistema di monitoraggio completo». Fabrizio Zuddas ed Ettore de la Grennelais, responsabili rispettivamente della gestione rete e della struttura territoriale, hanno però fatto presente di aver appreso «solo a mezzo stampa» la prossima ultimazione delle apparecchiature, di cui «sempre a mezzo stampa» Anas sarebbe individuata «quale gestore». A questo punto la società del gruppo Ferrovie dello Stato ha sollecitato «l’invio urgente di tutta la documentazione», vale a dire «progetto dell’impianto firmato da tecnico incaricato; nominativo dell’ufficio di direzione lavori; certificato di collaudo o di regolare esecuzione delle opere; manuale d’uso dell’impianto; manuale di manutenzione; schemi e algoritmi di funzionamento e posizione dei terminali installati; compatibilità del sistema di trasmissione dei dati con i sistemi informatici della Sala Operativa Territoriale Anas». Nella lettera è stato spiegato che la condivisione di tutti questi dati è necessaria non solo per certificare che avvenga correttamente «la chiusura in automatico della Statale tramite impianto semaforico in caso di attivazione delle colate detritiche e/o in caso di superamento di determinate soglie pluviometriche»,ma anche per stipulare la convenzione tra i due enti «per la gestione futura dell’impianto».
Celere riscontro
Gli ingegneri Zuddas e de la Grennelais hanno segnalato che, «da un preliminare sopralluogo», è emerso che alcuni sensori «sono stati installati in posizioni differenti rispetto a quanto consigliato dai tecnici incaricati da Anas», per cui ne vanno chiarite «le ragioni». Inoltre è stato evidenziato che l’applicazione web per la gestione e visualizzazione del sistema «non è accessibile tramite i sistemi operativi Anas», mentre sarebbe opportuno collocare «un impianto semaforico di dimensioni maggiori, eventualmente con doppie lanterne, in modo da poter essere pienamente visibile anche ai mezzi pesanti, secondo gli standard propri della viabilità extra-urbana».
La missiva si è conclusa con l’auspicio di «un quanto più possibile celere riscontro», in modo da mettere la società nelle condizioni «di rispondere alle pressanti richieste del pubblico, dei suoi rappresentanti, e paradossalmente anche di codesta Amministrazione» di allargare la finestra di apertura al transito della Statale 51, «che rappresenta l’obiettivo di tutti e soprattutto di Anas, anche nella complessa situazione in atto». La riunione operativa è stata la prima risposta.