Ha un nome l'uomo che a marzo sparò cinque colpi di pistola ferendo due carabinieri.
Oggi i militari dell'Arma hanno arrestato un giovane di 22 anni. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia emessa dal Gip del Tribunale di Latina, su richiesta della Procura pontina nei confronti di un 22 anni, di origini croate e residente a Roma, già noto alle forze di polizia, che è attualmente detenuto per detenzione di armi presso la Casa Circondariale di Velletri.
Il giovane è ritenuto il tesponsabile, in concorso con altre due persone che sono al momento ricercate, del tentato omicidio di due carabinieri, della detenzione di arma da fuoco e danneggiamento aggravato. Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini del Reparto Territoriale avviate dopo l’esplosione di cinque colpi di arma da fuoco, episodio avvenuto ad Aprilia lo scorso 4 marzo, all’indirizzo di un'auto con a bordo due carabinieri entrambi liberi dal servizio.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, condotte dalla sezione operativa del Norm di Aprilia, con il supporto del Nucleo investigativo del comando provinciale Carabinieri di Latina e l’ausilio dei comandi Stazione di Aprilia e Campoverde, hanno consentito di ricostruire cosa accadde quella notte. In via Lazio vennero esplosi cinque colpi di pistola, un'arma a tamburo, contro un autovettura. Uno dei proiettili ha attraversato il veicolo colpendo, in successione, la gamba sinistra del carabiniere seduto al lato passeggero e il polpaccio destro della carabiniere alla guida del veicolo.
Le indagini
Grazie ai primi accertamenti venne effettuata una perquisizione domiciliare nei confronti del destinatario dell’odierno provvedimento cautelare. Il giovane fu trovato in possesso di un revolver 357 magnum, una pistola semiautomatica 9x21, e di una autovettura a noleggio, a bordo della quale i carabinieri hanno rinvenuto, una pistola semiautomatica calibro 9 corto. Inoltre si è accertato, a seguito di perizie del Reparto investigativo speciale di Roma che il revolver a tamburo era l'arma che aveva sparato nell'agguato ai danni dei militari. Non solo: le 10 particelle rivenute, a seguito di uno stub effettuato quella sera stessa sul presunto responsabile della sparatoria sono risultate di polvere da sparo compatibile con l'arma. I riscontri balistici hanno portato a ritenere che le traiettorie dei colpi sparati fossero «atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte dei due militari».
Il movente
«Vi sono elementi in corso di approfondimento - spiegano i carabinieri - che portano, allo stato, a ritenere che l’obiettivo degli attentatori non fossero i due carabinieri». Ma su questo al momento non vengono forniti ulteriori chiarimenti. Il sospetto è che il vero obiettivo dell'agguato fosse un pregiudicato e che il motivo vada ricercato nello spaccio di ingenti quantità di stupefacenti. D'altra parte il problema della presenza di armi ad Aprilia e quello dello spaccio di droga continuano ad essere drammaticamente evidenti. Il Reparto Territoriale di Aprilia, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio svolti nell'area ha, negli ultimi mesi arrestato 16 persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente (sequestrati circa 23 kg di cocaina), per detenzione illegale di armi, anche clandestine, (sequestrati: 6 fucili mitragliatori, 2 kalashnikov, 2 pistole mitragliatrici, 1 fucile a pompa, 3 fucili di precisione, 5 carabine da guerra, 20 pistole e 3 ordigni esplosivi), per detenzione e spendita di monete contraffatte (sequestrati circa 30 mila euro in contanti), nonché sottoposto a sequestro un dissuasore elettrico perfettamente funzionante (taser), due divise complete appartenenti alle Forze di Polizia con tre giubbotti antiproiettili.