Una nazione in frantumi. Una mappa geografica fluida, in cui si muovono e cercano il proprio spazio gruppi etnici diversi, fazioni religiose da secoli in guerra, sunniti, sciiti, la stessa minoranza alawita (sciita) da cui provenivano gli Assad. E poi forze militari organizzate, ma anche poteri stranieri, intrecciati con clan locali. Il rischio oggi è il far west, o il ritorno di una forma di feudalismo. Ogni gruppo cercherà di difendere i confini del proprio pezzo di territorio. La Siria come la conoscevamo non esiste già più. La guerra civile, che non è finita, è una tragedia con molti attori.
HAYAT TAHRIR AL-SHAM
È la fazione jihadista guidata da al-Jolani, che ha rinnegato la guerra santa globale sostenuta da Al-Qaeda e dall’Isis (che in Siria mantengono alcune posizioni per quanto sotto altre sigle), specialmente attorno a Palmira e Raccah. Lo stesso Hts nasce connotato dall’ideologia jihadista, come Jabhat al-Nusra affiliato all’Al Qaeda di Abu Bakr al-Baghdadi, primo mentore di al-Jolani. Hts controllava all’inizio un perimetro piuttosto limitato: Idlib, con l’avallo turco e in funzione anti-curda.
I CURDI DELL’SDF
Sono le forze democratiche siriane. Irriducibili nemici della Turchia di Erdogan, che li considera una minaccia costante alla propria sovranità, sono in realtà una coalizione di forze che comprende anche arabi e altri gruppi, per quanto a prevalenza curda. Controlla buona parte della Siria nord-orientale. I combattenti dell’Sdf si sono affrettati a conquistare città nodali come Deir-el-Zor, con il loro tipico opportunismo guerriero che li porta ad approfittare di tutto ciò che smuove lo status quo. L’Ypg è il gruppo politico, terrorista per Ankara, di riferimento, che ha combattuto i jihadisti ma si trova oggi dalla stessa parte. Per quanto?
I SIRIANI LEALISTI A OVEST
Lungo la costa mediterranea si trovano le fazioni più vicine al deposto tiranno Assad. Putin poteva contare nell’area su due basi importantissime, quella aerea vicino Latakia e quella navale di Tartus, non solo per potenziare l’accerchiamento sull’Ucraina e minacciare gli europei, ma per proiettarsi verso l’Africa sub-sahariana. Quelle erano le basi da cui partivano i contingenti mercenari di Wagner per i Paesi africani nella sfera d’influenza della Russia. Perderle sarebbe un affondo terribile alle ambizioni di Putin. Se oggi Bashar al-Assad si trova a Mosca con la famiglia ed è vivo, potrebbe sperare di conservare proprio qui un bacino di simpatizzanti a oltranza.
SCIITI FILO-IRANIANI
Insieme alla Russia, l’Iran è stato il Paese che ha tenuto in vita Assad, ricevendone in cambio l’assicurazione di continuità logistica e territoriale con cui raggiungere le milizie proxy Hezbollah in Libano. Un flusso di armi inarrestabile. Oggi, i corridoi tra Iran e Libano sono interrotti. Quanto al radicamento di Hezbollah, il movimento sciita filo-iraniano libanese si è di fatto ritirato, degradato in modo significativo dalla guerra con Israele e bersagliato anche nella ritirata dai raid dell’Idf. La zona a ridosso del confine con Israele, abbandonata al rimpiazzo russo, adesso è del tutto scoperta e gli israeliani sono entrati fino al limite della terra di nessuno. Hezbollah arretra. Rialzano la testa i gruppi di ribelli che fanno capo alla città di Deraa, culla della rivolta nel marzo 2011, più volte anche in seguito massacrata dalla repressione brutale del regime. Dal sud si sono mosse verso Damasco bande di insorti, a tenaglia con gli alleati di Hts a nord.
ARABI FILO-USA
«Non è la nostra battaglia», ha detto il presidente eletto Trump. Resteranno gli americani nelle basi che si trovano al confine tra Giordania, Siria e Iraq, in funzione anti-Jihad? L’interrogativo è d’obbligo. Il legame è stretto con l’arcipelago sunnita moderato, l’alleanza con Israele sempre più solida. Washington tiene sotto controllo la situazione, ma non è certo dispiaciuta della caduta di Assad e della disfatta dell’asse iraniano. In alcune aree al confine tra Giordania, Siria, Iraq, gli americani hanno stretto un’alleanza di f atto con le tribù arabe locali.
LE ALTRE MILIZIE
Sono molti i gruppi armati, per esempio quelli più vicini alla Turchia, Nel nord, come il Libero esercito siriano Fsa o l’Sna, con fazioni diversificate all’interno. Una è la Sultan Suleyman Shah Brigade. Poi ci sono la Divisione al-Hamza o la Brigata intitolata al Sultano Murat. Un mosaico spezzettato e litigioso.