PADOVA - Il processo di secondo grado per l’uccisione di Giulia Cecchettin si aprirà il prossimo 14 novembre, nell’aula bunker di Mestre, di fronte alla Corte d’assise d’appello di Venezia, presieduta da Michele Medici.
La data dell’udienza è stata notificata ieri alla procura generale, che sosterrà la pubblica accusa in aula, all’avvocato Giovanni Caruso, difensore dell’imputato Filippo Turetta e ai legali dei familiari della vittima, costituiti parte civile ottenendo, lo scorso dicembre, la condanna dell’imputato anche al risarcimento dei gravi danni subiti.
«Non esiste sentenza giusta se i fatti che la sorreggono non sono stati prima ricostruiti, accertati, qualificati con esattezza, con rigore, con rispetto del metodo - ha dichiarato l’avvocato Stefano Tigani, che rappresenta il padre di Giulia affiancato dai colleghi Nicodemo gentile e Piero Coluccio, i quali assistono rispettivamente la sorella e lo zio della vittima - Se manca la verità dei fatti, manca tutto. Anche la pena più dura, anche l’ergastolo inflitto, resta una risposta approssimativa a un problema che non abbiamo saputo comprendere a fondo. Non è richiesta di vendetta, né di pena esemplare, ma anelito di verità storica. Su questa ricerca di verità il nostro impegno è stato e sarà massimo, nel rispetto di tutti».