ROVIGO - Il corpo M dell’ospedale di Rovigo, edificio centrale del complesso sanitario dove si trovano numerosi reparti, sarà oggetto di un complesso e oneroso intervento di riqualificazione. Ci vorranno 36,7 milioni di euro per rimetterlo a norma. L’immobile infatti, lungo 217 metri, alto 30 e largo 12, che ospita oggi diverse unità operative non chirurgiche – tra cui ambulatori specialistici, Ostetricia, Pediatria, Oculistica, Medicina generale e Pneumologia – presenta forti criticità sul piano impiantistico, energetico e strutturale. Durante i lavori sarà necessaria una riorganizzazione interna e trasferimenti dei reparti.
Le criticità
La struttura non è più adeguata alle normative antisismiche vigenti e necessita di frequenti interventi di manutenzione, soprattutto a causa della vetustà degli impianti. Per affrontare questa situazione, l’Azienda Ulss 5 Polesana ha ottenuto un finanziamento di 46 milioni di euro nell’ambito dell’Accordo Stato-Regioni 2022, previsto dalla legge 67 del 1988 per l’ammodernamento tecnologico e la ristrutturazione edilizia del patrimonio sanitario pubblico e per questo progetto ne utilizzerà 36,7 milioni. Una delle criticità da affrontare in fase progettuale era l’individuazione di nuove soluzioni per i sistemi impiantistici, in particolare per evitare interferenze con le attuali canalizzazioni poste sul basamento dell’edificio. La nuova progettazione prevede la posa delle tracce e canalizzazioni lungo le pareti esterne del corpo M, con distribuzione sul tetto e lungo torri in acciaio collocate all’esterno. Queste strutture avranno una doppia funzione: da un lato accoglieranno i canali per riscaldamento e raffrescamento, dall’altro contribuiranno a migliorare la staticità dell’edificio in caso di eventi sismici. Sul lato sud del corpo M saranno posizionate due torri che fungeranno da nuovi snodi verticali, ospitando scale e ascensori. A completamento del sistema tecnologico, accanto all’attuale centrale impiantistica, sarà realizzata una nuova sottocentrale. Per agevolare la cantierizzazione, è già stata avviata la demolizione del corpo F, oggi inutilizzato, ma che durante la pandemia aveva ospitato il punto tamponi Covid. Saranno inoltre rimosse le vecchie rampe e le pensiline del vecchio Pronto soccorso sul lato nord del corpo M1. Sul fronte dell’efficienza energetica, saranno sostituiti tutti i serramenti esterni e sarà installato un cappotto termico in lana di roccia. Secondo le stime, il risparmio energetico potrebbe raggiungere il 30-40%, riducendo in modo significativo i consumi e migliorando il comfort interno.
La riorganizzazione
La delibera del progetto è stata approvata e la gara d’appalto europea sarà bandita entro il mese di giugno. L’obiettivo dell’azienda è aggiudicare i lavori entro il 31 dicembre 2025 e avviare il cantiere entro la primavera del 2026. La durata prevista per l’intervento è di 990 giorni, pari a circa tre anni. Responsabile del procedimento è il capo dell’Ufficio tecnico dell’Ulss 5 ingegner Renzo Mantovani, affiancato dagli ingegneri Luca Garlisi e Dimitri Sportaro e dal responsabile amministrativo Emanuele Pellegrini.
Dal punto di vista organizzativo sarà necessario un complesso piano di spostamenti interni dei reparti, che avverranno secondo una sequenza già programmata, con l’obiettivo di minimizzare i disagi per operatori sanitari e degenti. Il primo passo è stato già compiuto con il trasferimento delle unità di Geriatria e Medicina dal sesto al secondo piano. Al settimo piano, intanto, proseguono i lavori per l’allestimento dell’Ospedale di comunità, finanziato con risorse del Pnrr, che ospiterà temporaneamente alcune unità durante la fase di cantiere.