PADOVA - Durante l’incidente probatorio, davanti al gip Elena Lazzarin, il giovane padre sinti accusato di avere reso disabile suo figlio di appena 5 mesi ha tentato di difendersi da tutte le accuse. Il 22enne di Camisano Vicentino (Vi), affiancato dalla legale Stefania Pattarello del foro di Venezia, è stato iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Francesco Lazzeri per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e gravissime. Secondo l’accusa il papà avrebbe menomato il piccolo con il solo obiettivo di usufruire dei sussidi statali per curare il figlio disabile e per ottenere un risarcimento dall’ospedale che lui avrebbe accusato di avere ridotto il proprio bambino in quelle condizioni.
La difesa
«Non volevo fare del male al bimbo» ha raccontato al giudice e agli inquirenti. «Soffriva di apnea e gli usciva sangue dalla bocca, così ho cercato di aiutarlo. Indicazioni che mi sono state date dal medico». Una versione dei fatti che non ha per nulla convinto i tre periti nominati dalla Procura. A sua volta la difesa ha ingaggiato due consulenti, che hanno ricondotto le lesioni nella bocca del neonato ai sondini utilizzati dai medici a Vicenza (primo ricovero) e poi a Padova. Nei prossimi giorni le indagini verranno chiuse e il giovane sinti rischia il rinvio a giudizio. Il padre attualmente è stato raggiunto dalla misura restrittiva del divieto di dimora in Veneto, mentre la mamma insieme ai due figli è ospite di una struttura protetta.