Capitello della memoria profanato da una gang: a pezzi vasi e fioriere

lunedì 23 giugno 2025, 04:15 - Ultimo agg. 09:18
Capitello della memoria profanato da una gang: a pezzi vasi e fioriere
di Laura Bon
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TREVIGNANO - Profanato il capitello di via Cornarotta a Falzè. Il sindaco non ha dubbi: «Facciamo denuncia». Ha suscitato una generale indignazione nel Comune di Trevignano, e in particolare nella frazione di Falzè, la notizia dell'atto vandalico accaduto nella notte fra sabato e domenica al simbolico capitello. «Mi hanno riferito - dice il sindaco Franco Bonesso - che questa notte si sono sentiti dei giovinastri arrivare con degli scooter, parlando ad alta voce e imprecando. I carabinieri hanno già effettuato un sopralluogo e domani (oggi, ndr) procederemo con la denuncia». Primo a segnalare il fatto è stato il capogruppo di Progetto Trevignano Gianluca Colusso. Che sbotta: «In una notte in cui il mondo sembra essere nuovamente impazzito, apprendo con profonda tristezza che qualche incivile, per non definirlo con parole ben peggiori, ha devastato e rovinato il capitello di via Cornarotta. Fortunatamente nessun danni al capitello, ma vasi e fioriere tutte distrutte». Al di là del valore economico del danno, risalta quello morale: «Quel capitello è simbolo di un miracolo di pace e un punto di riferimento per la nostra comunità - dice Colusso - Mi auguro con tutto il cuore che i responsabili vengano individuati. Solitamente chiederei il pugno di ferro per chi compie simili gesti, ma questa volta auguro a chi l’ha fatto di scoprire ciò che gli manca di più: umanità e cultura. Perché, in fondo, la loro vera punizione è proprio la povertà di ciò che sono».

La storia

Il capitello è un piccolo edificio sacro costruito nel 1946 per ricordare un episodio molto significativo per Falzé e Trevignano. Il 30 aprile del 1945, i Tedeschi ormai in ritirata eseguirono una rappresaglia: partendo dall’osteria Tormena in via Alta a Trevignano, e salendo verso via Marzari e poi sino a alla parte nord di Falzé, catturarono 36 cittadini; per cinque ore li tennero sotto minaccia della mitragliatrice annunciando di volerli uccidere se non fossero stati riconsegnati due tedeschi fatti prigionieri dai partigiani. Intervenne allora il parroco, don Floriano Mazzarolo, che, ponendosi davanti alla mitragliatrice e chiedendo di essere ucciso lui per primo, ottenne la liberazione di tutti gli ostaggi. «Il gesto avvenuto nei pressi del capitello di via Cornarotta - dice il sindaco Franco Bonesso - ci indigna e ci rattrista profondamente. Non conosciamo le motivazioni di chi ha compiuto questo atto: potrebbe essere stato il frutto di un momento di estrema leggerezza. In tal caso, ci auguriamo che, a mente lucida, abbiano compreso la gravità del gesto e il dispiacere arrecato a tanti cittadini che in quel luogo vedono un simbolo di rinascita e memoria. Più inquietante sarebbe se si trattasse invece di un’espressione di disagio o di rabbia, che meriterebbe una riflessione collettiva. I residenti, che ringraziamo di cuore, si sono già attivati per ripulire l’area e presto ripianteremo i fiori, come segno di devozione alla Madonna e in ricordo del gesto coraggioso di Monsignor Mazzarolo. Questo episodio, anche se molto spiacevole, non scalfisce il senso di comunità e il rispetto per la memoria che quel luogo rappresenta».

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