VENEZIA - Sembra che Venezia attiri le bande di borseggiatori come il miele fa con le api. Un turismo fatto di escursionisti di giornata e un po' sprovveduti che immaginano che in una città senza macchine non ci sia criminalità. Provengono dal Medio Oriente oppure dall'Estremo Oriente, dove proprio non esiste chi alleggerisce la gente del portafogli o, se lo fa, rischia davvero grosso.
Al di là dell'impegno delle forze dell'ordine, che sono costrette a fronteggiare questa piaga come i mulini a vento di don Chisciotte, e anche dell'altruismo di volontari come i Cittadini non distratti, che quotidianamente sventano decine di furti, il rischio elevato di essere borseggiati sta diventando un problema anche di carattere economico. Tanti turisti scelgono altre mete, magari meno belle ma più sicure da questo punto di vista, la cattiva pubblicità è in televisione tutte le settimane e c'è chi comincia a preoccuparsi.
Un gruppo eterogeneo di operatori economici, per lo più di Frezzeria, San Fantin, calle dei Fuseri, calle larga XXII Marzo, calle de la Mandola, campo San Luca, si è mobilitato e ha raccolto 200 firme per presentare un esposto in Procura inviandolo anche al Prefetto e agli assessorati alla Sicurezza e al Commercio del Comune. Non i "soliti" delle Mercerie, calle larga San Marco, della piazza, molti dei quali contribuiscono alla rete dei Non Distratti. Segno che la situazione è vissuta con sempre maggiore disagio.