PADOVA - Almeno un bambino a settimana risulta positivo a sostanze stupefacenti e, le fonti di esposizione, gran parte delle volte sono mamma e papà. Un po' come accade per la nicotina quando si fuma una sigaretta, anche la cocaina – volatile e appiccicosa – resta sugli abiti, sotto le unghie, sul viso.
Basta ad esempio preparare la pappa, fare un pisolino assieme o un bacio sulle manine per lasciare impercettibili residui sui figli. È il dato allarmante rilevato dal Centro per la diagnostica del bambino maltrattato dell'Azienda Ospedale-Università di Padova, l'unico reparto ospedaliero in Italia che si occupa in maniera specifica di sindromi da maltrattamento e trascuratezza in età pediatrica.
Il fenomeno
«Negli ultimi cinque anni, in particolare dopo la pandemia Covid, si registra un aumento del consumo di droghe e l'esposizione della popolazione pediatrica sotto diverse forme sta diventando sempre più un'emergenza - spiega la dottoressa Melissa Rosa Rizzotto, a capo del Centro -. Nelle famiglie in cui c'è un uso di stupefacenti anche sporadico i bimbi, soprattutto molto piccoli, sono esposti. Lo vediamo dai risultati delle indagini tossicologiche: a bambini positivi per una determinata sostanza, corrispondono genitori positivi per la stessa. Non si tratta solo di situazioni occasionali, spesso sono croniche».