«Verso sera ci recammo al Colosseo; era già quasi buio. Quando si contempla una cosa simile, tutto il resto appare un’inezia. È così grande che la mente non riesce a comprenderlo in sé...», affermava Johann Wolfgang Goethe. E, dal 4 luglio, il Colosseo sarà effettivamente visitabile anche sotto le stelle. Prende il via, infatti, Una Notte al Colosseo, visita guidata notturna, possibile ogni giovedì dalle 20 alle 24 – l'ultimo ingresso è alle 22.30 – riservata a un massimo di 25 persone alla volta.
LA VISITA
Al calar del buio, si potrà scoprire la storia del Colosseo, guardandola dalla prospettiva degli spettatori e dei protagonisti delle venationes, ossia le cacce, e dei combattimenti di gladiatori, dunque uomini in lotta ma anche animali. Il percorso della durata di circa sessanta minuti prende le mosse dal fornice Nord, un tempo entrata imperiale, per poi concentrarsi sul piano dell'arena – e sugli spettacoli – proseguire nei sotterranei e risalire sotto la Porta Trionfale, arrivando all'installazione multimediale Il dipinto di Gerusalemme, veduta ideale di Gerusalemme, realizzata nel XVII secolo sull'arco di fondo della Porta Thriumphalis, che testimonia la successiva vita dell'Anfiteatro, inserito nella liturgia della città. Lo schema ricalca una stampa del 1584-1585, poi riprodotta da Antonio Tempesta.
IL FOCUS
Nel mezzo, la mostra Spettacoli nell’Arena del Colosseo. I protagonisti, curata da Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro. Un vero e proprio focus sugli spettacoli, tra proiezioni olografiche, riproduzioni di armature realizzate a partire dagli originali presenti in più musei italiani e stranieri, e molto ancora. Vari i temi toccati, dalla condizione giuridica del gladiatore secondo il diritto romano fino agli apparati tecnici studiati per il sollevamento di uomini e animali. E molto ancora, tra lucerne, mosaici, modelli di montacarichi. Cuore – e tesoro – dell'iter, il rilievo proveniente dall'isola di Kos, in cui è raffigurato il combattimento tra il Reziario Kritos e il Secutor Mariskos al termine del quale, come si legge nell'iscrizione in greco, il Reziario è stato «liberato dalla caserma», ha riconquistato dunque la sua condizione giuridica originaria, ottenendo la possibilità di riprendere la propria vita.