Roma, alla Galleria Nazionale l'arte di Mira Brkta: cento opere in mostra tra pittura, scultura e costumi di scena

Fino all'8 settembre il museo ospita la mostra "Il futuro è dietro di noi" in dialogo con la collezione permanente

giovedì 18 luglio 2024 di Valeria Arnaldi
Roma, alla Galleria Nazionale l'arte di Mira Brkta: cento opere in mostra tra pittura, scultura e costumi di scena

La vocazione da regista, che la guida a Roma, Hollywood sul Tevere, dove lavora con Alberto Lattuada. E la “scoperta” della pittura, che la porta a studiare all’Accademia di Belle Arti, con Franco Gentilini e Mino Maccari. Poi, la moda, il costume, la scultura, ma anche il dibattito politico sull’arte, nel fermento degli anni Sessanta. È nel confronto – con gli altri e con se stessa, nonché con i materiali e le tecniche – la chiave del percorso artistico di Mira Brtka, nata a Novi Banovci nel 1930 e poi, giunta nel 1959 a Roma, al centro delle avanguardie e delle sperimentazioni dell’epoca. È proprio per questo profondo legame con la città, come patria d’elezione, che il cammino europeo del suo percorso espositivo prende le mosse da Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, che fino all’8 settembre, ospita la grande mostra Il futuro è dietro di noi, organizzata con la Fondazione Mira Brtka di Belgrado e curata dal suo direttore Miroslav Rodic con Ludovica Rossi Purini e Angelo Bucarelli.

IL PERCORSO

Sono circa cento le opere esposte, tra dipinti, sculture, costumi di scena, a comporre un ritratto dell’artista e del suo desiderio di andare sempre oltre il noto per trovare nuove forme espressive. È proprio questa volontà di innovazione – e rivoluzione - e forse naturale predisposizione alla sperimentazione a portarla poi a mescolare pittura, collage, scultura, oggetti, installazioni, moda, cinema, animazione e a diventare anche una delle primissime artiste multimediali. «Il destino è sempre più forte di tutte le intenzioni: Mira, Maria, Brtka doveva essere un’artista. E lo è stata, a tutto tondo, poliedrica, energetica, determinata, illuminata. Una dei protagonisti più interessanti della scena artistica del dopoguerra e certamente non solo serba. Diretta dal suo interesse per l’architettura, dopo le scuole superiori vorrebbe iscriversi a quella università, per puro caso approda al cinema - dice Angelo Bucarelli - Seppur totalmente impreparata viene ammessa per la sua verve intellettuale. È già Mira Brtka».

GLI INCONTRI

La “vocazione” si traduce nell’incontro con più nomi noti del tempo, come Lattuada appunto ma anche Pietro Germi e Paolo Pietrangeli che l’hanno voluta come scenografa per i loro set. E soprattutto si farà attivismo all’insegna di nuovi spazi da ricercare per l’arte, in generale, e per le donne, in particolare. «L’incontro con Giulio Carlo Argan, all’epoca Sindaco di Roma, la feconda amicizia con Nobuya Abe, Marcia Hafif, Milena Cubrakovic, Aldo Schmid e Paolo Patelli con i quali forma il gruppo Illumination la spingono sempre di più a riflettere sulla propria identità artistica e sul “dovere essere” dell’artista un attivo protagonista del dibattito sociale e politico contemporaneo – afferma Ludovica Rossi Purini - Questa devozione all’attivismo non rimarrà legata solo all’espressività artistica della Brtka ma condizionerà la sua esistenza come si evince dalla sua adesione nel 1975 al Bureau for Preventive Imagination che era stato creato da artisti italiani e attivisti pochi anni prima».

Ecco allora i monocromo bianchi, monumento a una purezza di visione, che è forse anche affermazione della necessità di uno spazio libero, tutto da reinventare.

E poi, invece, il trionfo del colore, che fa esplosione delle emozioni. Ancora il monocromo sì, ma metallico e con effetti quasi scultorei. Poi, sculture, collage, ricami – si ribadisce l’importanza della tessitura nella narrazione artistica femminile – fino alla scultura e al fashion design. La mostra, sottolinea la direttrice della Gnam Renata Cristina Mazzantini, «Fa rivivere anche la storia della Galleria Nazionale, allora al centro di un mondo in cui arte, cinema e moda si intrecciavano».

LA COLLEZIONE

Il percorso espositivo dialoga dunque con la collezione del museo, a illustrare non solo il fermento di quegli anni ma anche la forza delle artiste, molte delle quali poi, pur celebrate nella loro epoca, sono state “dimenticate” dalla storia.

«Circa 65 anni fa Mira Brtka viveva a Roma - dichiara Miroslav Rodic - Questo tempo è sufficientemente lungo per permetterci, finalmente, di fare un’analisi critica postuma del variegato universo artistico di Mira Brtka. Per questo abbiamo voluto intraprendere il processo di riaffermazione e valorizzazione della sua opera e del posto che Mira occupa nell’arte europea contemporanea». 

Ultimo aggiornamento: 18 marzo, 00:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA