Andrea Cavallari in fuga dopo la laurea, indagini su chi l'ha aiutato: «In cella aveva accesso a uno o più telefoni per comunicare con l'esterno»

Condannato per la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo, Cavallari ha approfittato di un permesso per necessità per svanire nel nulla

mercoledì 9 luglio 2025
Andrea Cavallari in fuga dopo la laurea, indagini su chi l'ha aiutato: «In cella aveva accesso a uno o più telefoni per comunicare con l'esterno»

È scomparso nel nulla pochi minuti dopo aver discusso la tesi di laurea, con indosso ancora l’abito elegante e il libretto universitario in tasca. Da allora, di Andrea Cavallari, 26 anni, non c’è più traccia.

Evadere non gli è bastato: ora la sua fuga rischia di coinvolgere una rete più ampia di complici. Condannato per la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo, Cavallari ha approfittato di un permesso per necessità per svanire nel nulla, forse con l’aiuto di un telefono usato dentro al carcere e di chi, fuori, lo aspettava a motore acceso. Mentre le ricerche si estendono anche all’estero, la Procura di Bologna apre una seconda inchiesta per favoreggiamento: il sospetto è che la fuga sia stata pianificata nei minimi dettagli molto prima del giorno della laurea.

Due fascicoli aperti: si indaga anche per favoreggiamento

La Procura di Bologna, con il pubblico ministero Andrea De Feis, ha aperto un fascicolo per evasione, ma un secondo procedimento, al momento contro ignoti, è in fase di apertura per favoreggiamento. Il lavoro degli inquirenti si concentra ora sulla rete di relazioni di Cavallari: familiari, amici, compagni di cella e vecchi correi. Tutti vengono passati al setaccio dal nucleo investigativo della polizia penitenziaria, nel tentativo di ricostruire come il giovane abbia potuto pianificare e attuare la fuga.

Il sospetto: un cellulare in cella e contatti il giorno della laurea

L’ipotesi investigativa più concreta è che «Cavallari sia riuscito ad avere accesso a uno o più telefoni cellulari durante la detenzione, comunicando con l’esterno per pianificare la fuga», come riporta anche il Corriere della Sera. Alcuni elementi suggeriscono che potesse avere con sé un dispositivo anche durante il pranzo con i genitori, subito dopo la discussione della tesi. Nonostante il divieto assoluto di introdurre strumenti di comunicazione in carcere, la cronica carenza di organico nella polizia penitenziaria rende difficile evitare falle nei controlli.

Dalla sezione universitaria a quella dei detenuti problematici

Definito da chi lo ha conosciuto in carcere come «un immaturo», Cavallari era stato trasferito dal primo piano G, riservato ai detenuti impegnati in percorsi universitari e considerato una sezione tranquilla, al secondo piano D, dove si trovano detenuti coinvolti in reati più gravi. In quella nuova sezione potrebbe aver incontrato persone in grado di fornirgli strumenti, contatti o addirittura supporto logistico per la fuga.

Le indagini: l’ex fidanzata esclusa, sospetti su un amico

La polizia penitenziaria ha avviato una serie di attività tecniche e sta verificando ogni dichiarazione utile, compresi i racconti dei genitori di Cavallari. Una pista inizialmente battuta riguardava la sua ex fidanzata, già citata in passato nelle carte dell’inchiesta sulla strage di Corinaldo, ma mai indagata: la ragazza è stata rintracciata regolarmente al lavoro e ha dichiarato di non avere più alcun rapporto con lui. Più concreta, invece, sembra l’ipotesi di un amico che, secondo il patrigno, lo avrebbe caricato in auto dopo il pranzo in un ristorante con i familiari, dando anche un passaggio a lui e alla nonna. Un tassello che potrebbe rivelarsi decisivo. Il permesso per la laurea: non un premio, ma un’opportunità valutativa Il permesso concesso a Cavallari non era un «premio» ma un permesso per necessità, legato alla conclusione del percorso universitario. In casi come questo, il magistrato di Sorveglianza decide in tempi rapidi e senza la necessità del parere dell’equipe carceraria, composta da educatori, criminologi e agenti penitenziari. Un iter diverso rispetto a quello previsto per i permessi premio, che invece richiedono una valutazione più approfondita. Ora ci si interroga: se il parere dell’equipe fosse stato richiesto, l’autorizzazione sarebbe mai arrivata? La condanna per Corinaldo e le conseguenze della fuga Andrea Cavallari stava scontando una condanna a dieci anni e undici mesi per omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate, furto e rapina, in relazione alla strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo e ad altri episodi criminali. Aveva già scontato metà della pena e si trovava in una posizione favorevole per accedere a benefici o misure alternative alla detenzione. Con la fuga, ogni possibilità di rientrare in un percorso di reinserimento è svanita. L’identikit diffuso e il timore che abbia lasciato l’Italia Per facilitare la cattura, la Procura ha diffuso la foto più recente del detenuto in fuga. Non si esclude che Cavallari possa aver già oltrepassato il confine, forse in direzione Est. La sua sparizione appare sempre meno frutto di un gesto impulsivo e sempre più il risultato di un piano studiato nei dettagli. Ora la caccia all’uomo è internazionale, e il cerchio potrebbe iniziare a stringersi.

Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA