Nel tempio romano della lirica avrebbe dovuto esibirsi già nel 2001, dopo l’exploit de “La vasca”. Ma qualcuno si mise di traverso: «I puristi dell’opera sollevarono un polverone: per loro era inaccettabile che un artista pop potesse esibirsi alle Terme di Caracalla. E qualche collega mise il carico, rosicando», ricorda Alex Britti.
Sangiovanni e Angelina Mango
Era un’altra epoca, quella: le carriere si costruivano dal basso, singolo dopo singolo, tappa dopo tappa. Oggi le tappe si bruciano: in una manciata di mesi si passa dalle camerette alla tv, dalla tv alla vetta delle classifiche. Non sempre si è pronti per fare subito un salto del genere: «I casi di Sangiovanni e Angelina Mango? Il sistema talent show fa sì che in quei mesi che sei li dentro le ragazzine si affezionino a te solo perché sei il partecipante del talent. Poi finisce tutto e dopo sei mesi ti ritrovi a non essere più cercato da nessuno. La riconoscibilità sparisce. Si parla di loro perché a differenza di altri ce l’hanno fatta a raggiungere certi traguardi, ma è pieno di ragazzi finiti in analisi perché hanno avuto una parvenza di successo, poi svanito. Manca preparazione», si rammarica Britti.
E che le scorciatoie «non portino a nulla nella vita» il cantautore romano lo ribadisce parlando della corsa ai grandi spazi, che si tratti di palasport o degli stadi: «Il problema è che noi artisti siamo piacioni. Arriva l’agenzia o il manager di turno, e i manager, si sa, sono tutti spietati, e ti propongono di fare un concerto in uno stadio: che fai? Successe anche a me: mi proposero di fare un grande tour nei palasport. Io all’epoca avevo trent’anni ed ero strutturato mentalmente per rifiutare, conoscendo i rischi. Ma un ragazzino non ha quella struttura mentale. Non sa che poi se non riempie San Siro deve fare trenta concerti gratis per ripagare le aziende che avevano investito». A Caracalla Britti sarà raggiunto sul palco da tanti ospiti. A partire da Clementino. Più difficile la presenza di Marco Mengoni, con il quale il cantautore ha inciso una nuova versione di “Oggi sono io”: «La sera prima, il 21, parte da Lignano con il suo tour. Ma chissà». Il duetto dei sogni è quello con Renato Zero: «Gli ho mandato un messaggio. Con lui canterei qualsiasi cosa. Per me è un mito». Su Lucio Corsi dice: «Bravo, è un cantautore, ma un cantautore di oggi: molto Instagram. Arriva prima il suo personaggio, la sua faccia truccata di bianco, c'è un grande lavoro anche di immagine. Io faccio parte di un'altra generazione e se mi parli di cantautori non penso a Lucio Corsi: e voglio continuare a pensare a De Gregori».
Alfa
Delle nuove generazioni la voce de “La vasca” stima Alfa: «Lo trovo pulito. E genuino. Scrive canzoni molto dirette, che apparentemente sono semplici, quasi banali, ma che nasconde una sana positività. Lo canto sempre in casa insieme a mio figlio Edoardo (nato nel 2017 dall’unione con l'ex compagna Nicole Pravadelli, con la quale si è separato nel 2019, ndr)». A proposito: nessun commento sulla notizia del rinvio a giudizio dell’ex compagna, accusata di interferenza illecita nella vita privata del cantautore: avrebbe utilizzato un dispositivo per il controllo a distanza dei bambini per monitorare la sua vita privata. «Non commento quanto uscito sui giornali in questi giorni. Parliamo di vicende familiari. È una storia brutta, complicatissima, che riguarda anche mio figlio. E le indagini stanno andando avanti. C’è un minore in mezzo. Basta così», taglia corto il musicista.