TRIESTE - Nel caso di Liliana Resinovich la soluzione potrebbe arrivare dalla super perizia alla quale sta lavorando l'antropologa forense Cristina Cattaneo e che avrebbe dovuto essere depositata entro il 15 dicembre ma che arriverà tra trenta giorni grazie a una proroga.
La donna scomparve il 14 dicembre di tre anni fa e fu ritrovata il 5 gennaio 2022 nel parco dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni, a poca distanza da casa sua. Il suo corpo era chiuso in due sacchi grandi e neri utilizzati per i rifiuti solidi urbani; aveva la testa chiusa in due sacchetti del tipo in uso per alimenti, trasparenti.
Un modo strano di suicidarsi: e infatti la famiglia e gli amici non hanno mai creduto all'ipotesi del gesto volontario.
Le reazioni
Al caso stanno lavorando i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e l'entomologo Stefano Vanin, incaricati dalla Pm Maddalena Chergia. Alla notizia che sul corpo della donna sarebbero stati trovati segni di violenza il marito della donna, Sebastiano Visintin, ha reagito con sgomento: «Sono sconvolto, non non mi aspettavo una violenza fatta a mia moglie».
Una relazione, quella del medico legale, che non stupisce l'amica della donna Gabriella Micheli, che ha ingaggiato una vera e propria battaglia per la ricerca della verità «Lilly è stata uccisa da un gruppo di persone - sostiene Micheli -, in cui c'era sicuramente qualcuno che aveva nozioni mediche; si spiega solo così la gestione del cadavere e quello che è stato fatto».
Il sit-in
Nel terzo anniversario della scomparsa, il 14 dicembre, è stato organizzato un raduno nel luogo dove fu ritrovato il corpo di Liliana Resinovich. A promuoverlo l'amica Gabriella, presenti anche il fratello Sergio, la cugina della donna Silvia Radin e l'amico del cuore, Claudio Sterpin, con il quale sembra che Lilly, come la chiamavano tutti, volesse andare a vivere.
«Chiediamo fin dall'inizio, con familiari e altri amici - ha commentato Gabriella Micheli - che ci sia giustizia vera. Servire a trovare l'assassino e i complici». Gli amici hanno esposto un cartello rosa sul quale c'era scritto «Cara Lilly combattiamo per te. Non ti dimentichiamo mai. Verità e giustizia per Liliana». Vicino sono stati deposti alcuni mazzi di fiori.
La petizione
Gli organizzatori del sit-in di sabato 14 dicembre sono gli stessi che hanno avviato una petizione online sulla piattaforma change.org intitolata «Verità per Liliana Resinovich», per chiedere «l'impegno di Procura di Trieste , Forze dell'ordine e del Ministero della Giustizia a mettere un punto a questa triste vicenda che ha visto coinvolto il popolo italiano e non solo».