Monfalcone, moschee negate: il Consiglio di Stato accoglie le istanze del Comune

L'ex sindaca Cisint: "Le norme devono essere rispettate da tutti senza privilegi inammissibili"

mercoledì 6 novembre 2024
Monfalcone, moschee negate: il Consiglio di Stato accoglie le istanze del Comune

TRIESTE - Il Consiglio di Stato ha accolto le istanze del Comune di Monfalcone sui centri culturali islamici presenti in città. Lo rende noto lo stesso Comune. Le associazioni Baitus Salat e Darus Salaam si erano rivolte alla giustizia amministrativa regionale contro due provvedimenti, emanati dall'allora sindaca Anna Maria Cisint, relativi a due diversi immobili utilizzati per la preghiera ma aventi invece diverse destinazioni d'uso, che il Comune ordinava di ripristinare.

Lo scorso giugno il Tar Fvg aveva accolto i ricorsi dei due centri culturali.

Il Comune, assistito dalla avvocata Teresa Billiani, si era quindi rivolto al Consiglio di Stato. Quest'ultimo - spiega l'ente locale - «con le 3 ordinanze depositate ieri, a fronte delle domande di sospensiva avanzate dal Comune, ha affermato in accoglimento che sussistono, ai sensi dell'articolo 98 del codice del processo amministrativo, i concorrenti presupposti del fumus boni iuris e del periculum in mora in quanto i motivi posti alla base del gravame avanzato dal Comune sono meritevoli dell'approfondimento proprio della fase di merito». «In questo modo - osserva Cisint, oggi europarlamentare e assessora comunale - ne esce rafforzata, in attesa del giudizio definitivo, la linea di legalità e trova conferma la serietà e la correttezza del nostro operato. Le norme devono essere rispettate da tutti senza privilegi inammissibili siano esse rivolte ai semplici cittadini che alle associazioni islamiche. Il piano regolatore non è carta straccia: l'utilizzo di immobili in modo difforme da quanto stabilito e consentito ha riflessi insostenibili per la città, per l'intera comunità, perché crea problemi di accessibilità e vivibilità urbana»

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