TRIESTE - Il Consiglio di Stato ha accolto le istanze del Comune di Monfalcone sui centri culturali islamici presenti in città. Lo rende noto lo stesso Comune. Le associazioni Baitus Salat e Darus Salaam si erano rivolte alla giustizia amministrativa regionale contro due provvedimenti, emanati dall'allora sindaca Anna Maria Cisint, relativi a due diversi immobili utilizzati per la preghiera ma aventi invece diverse destinazioni d'uso, che il Comune ordinava di ripristinare.
Il Comune, assistito dalla avvocata Teresa Billiani, si era quindi rivolto al Consiglio di Stato. Quest'ultimo - spiega l'ente locale - «con le 3 ordinanze depositate ieri, a fronte delle domande di sospensiva avanzate dal Comune, ha affermato in accoglimento che sussistono, ai sensi dell'articolo 98 del codice del processo amministrativo, i concorrenti presupposti del fumus boni iuris e del periculum in mora in quanto i motivi posti alla base del gravame avanzato dal Comune sono meritevoli dell'approfondimento proprio della fase di merito». «In questo modo - osserva Cisint, oggi europarlamentare e assessora comunale - ne esce rafforzata, in attesa del giudizio definitivo, la linea di legalità e trova conferma la serietà e la correttezza del nostro operato. Le norme devono essere rispettate da tutti senza privilegi inammissibili siano esse rivolte ai semplici cittadini che alle associazioni islamiche. Il piano regolatore non è carta straccia: l'utilizzo di immobili in modo difforme da quanto stabilito e consentito ha riflessi insostenibili per la città, per l'intera comunità, perché crea problemi di accessibilità e vivibilità urbana»