Studente universitario bocciato all’esame scritto: «Professore, cambi il voto e mi promuova»

Il giovane non passa l’ultimo scritto prima della tesi e chiede al suo docente Minello: «Mi dia lo stesso la sufficienza»

lunedì 14 luglio 2025 di Paolo Calia
Studente universitario bocciato all’esame scritto: «Professore, cambi il voto e mi promuova»

TREVISO - Non un ragazzo che si rifiuta di sostenere l’esame orale della maturità, peraltro con la promozione già in tasca, ma uno studente universitario bocciato a uno scritto che chiede al professore di dargli lo stesso un 18 (voto minimo) per poter così finire tutti gli esami e potersi dedicare alla tesi. Una richiesta che ha colpito e amareggiato Alessandro Minello, economista, Adjunct Professor dell’Università di Ca’ Foscari. È stato lui a ricevere, via mail, l’appello dello studente che sta per concludere il percorso di laurea triennale a Venezia.

La vicenda

L’esame era uno scritto di economia, l’ultimo rimasto prima della tesi.

E non superato. E lo studente ha scritto al suo docente che poi ha pubblicato una riflessione sui suoi social: “Buongiorno Professore, Le scrivo in merito all'esame da me sostenuto (…). L'esito della prova è risultato essere insufficiente. Le chiedo un 18. Mi rendo conto della gravità della richiesta, ma per me è l'ultimo esame prima della tesi e non passarlo è un grossissimo problema. Mi scuso ancora, ma penso comprenda la situazione”. Minello ha stentato a crederci. Poi si è rassegnato: «Confesso che questa richiesta dopo oltre vent’anni che insegno, mi ha destabilizzato - ha ammesso - eh sì, perché gli studenti hanno sempre cercato di migliorare il voto. Ma normalmente lo facevano secondo un processo del tipo: vedo il compito, capisco gli errori, chiedo se posso migliorare il voto con un orale. Attenzione migliorare voleva dire aumentare un voto già superiore al minimo. Non passare da uno insufficiente ad uno sufficiente. Ovvero ribaltare la situazione a proprio favore senza alcuno sforzo». Minello è andato a rivedere il compito in questione: «Lo studente non sa che voto ha preso ma solo che l’esito è insufficiente. Che potrebbe significare aver preso 17/30 o anche 10/30 o 0/30 se si è sbagliato tutto. Sono andato a riguardare il compito: ha preso 14/30 con alcuni gravi errori». Da qui la riflessione: «Mi chiedo, come è possibile che uno studente chieda il 18 senza nemmeno sapere cosa ha sbagliato? E poi, cosa ancora più grave, la pretesa di un voto...e la mancanza di responsabilità».

L'ammissione

Per Minello questa richiesta, sebbene formulata senza arroganza «è il segnale del fallimento educativo in cui tutti noi siamo coinvolti, a partire da me. Vorrei pensare che sia un caso isolato ma temo non sia così. Allora non basta dare la colpa al ragazzo, è necessario recuperare il senso del dovere, della fatica, dello studio, della responsabilità, del non cercare sempre scorciatoie. Spetta a noi adulti dare l’esempio». E conclude: «Ormai tutto è messo in discussione, i voti, il rifiuto di effettuare l’orale alla maturità. Al di la delle ragioni, vere o presunte, che giustificherebbero queste richieste, si evidenzia la perdita di autorevolezza del sistema educativo agli occhi di una parte degli studenti. E anche conseguenza della latente ma presente delegittimazione della scuola come sistema. Oggi i ragazzi si sentono legittimati a chiedere qualsiasi cosa: appelli straordinari, orali integrativi, appelli in giornate a loro favorevoli (come dopo il rientro dallo stage). Ma mai finora mi era capitato una richiesta di voto esplicita. Ecco, forse non abbiamo insegnato loro ad affrontare le difficoltà. Gli abbiamo sempre risolto tutto e abbiamo riposto in loro aspettative per le quali non sono preparati. C’è l’ansia del fallimento, del loro fallimento, che invece è il nostro».

Ultimo aggiornamento: 16 luglio, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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