TREVISO - Sono accusati di far parte di una delle principali organizzazioni di narcotrafficanti attive nella compravendita di cocaina ed eroina tra le province di Treviso e Ravenna. Dopo essere rimasti in silenzio durante l’interrogatorio di garanzia, sette di loro sono stati colpiti ieri da un’ordinanza di custodia cautelare in attesa del processo, firmata dal gip di Treviso Carlo Colombo, emessa a seconda dei rischi di un eventuale fuga all’estero. Si tratta di un rischio concreto: due appartenenti alla “banda deidominicani” si sono infatti già resi irreperibili sul territorio nazionale. Si tratta del 43enne Kely Morban Alvarez (il cui soprannome era “Prof”) e del 23enne Kevin Morban Perez.
LE MISURE
Per Felix Ramon Alvarez Rijo (33 anni), Carlos Manuel Guerrero Munoz (27 anni), Julio Alberto Carpio Rodriguez (40 anni), Victor Alfonso Mercedes Calcano (40 anni) - quest’ultimo era stato arrestato in flagranza di reato e poi rilasciato -, Delby Morban Alvarez (42 anni), Ramon Alvarez Matos (50 anni) e Josè Alberto Santana (33 anni) sono stati disposti diversi provvedimenti restrittivi, tra obbligo di dimora, di presentazione quotidiana alla polizia e di permanenza domiciliare nelle ore notturne. Più severa invece la misura per Kendar Alezander Guillen Alvarez, di 47 anni, che durante la perquisizione da parte della squadra mobile di Treviso nella sua casa di Possagno, in via delle Masiere, in località Cei, aveva tentato di fuggire e nascondersi, facendosi inseguire per quasi un chilometro: “Kini” - questo il suo nome in codice - nato in Repubblica Dominicana nel 1978, dovrà rimanere in carcere. Secondo l’autorità giudiziaria la sua presunta posizione di rilievo all’interno dell’organizzazione potrebbe consentirgli di trovare il modo per fuggire oltre confine, imbarcandosi per la Colombia e poi per Santo Domingo, come avevano fatto i suoi connazionali. Oltre a lui, in carcere a Ravenna rimane anche Cristian Alvarez, classe 1985, scovato a Lugo di Romagna in quello che è stato giudicato uno dei principali covi della banda. Un’altra sede era a Treviso e anche Possagno sembra avesse un ruolo strategico per la vicinanza con i confini vicentini e bellunesi.
L’INDAGINE
L’indagine è nata nel giugno del 2023 dal ritrovamento di un chilo e mezzo di cocaina a bordo di una Ford Focus, che era stata notata viaggiare regolarmente tra Lugo e Treviso. Da lì gli investigatori avevano iniziato una serie di appostamenti, scoprendo una rete ramificata molto più ampia, anche da un punto di vista geografico. La droga arrivava da vari canali: nel 2022 un carico era stato intercettato e sequestrato in Spagna, ma i dominicani, grazie alle proprie conoscenze, avevano imparato a rifornirsi anche sul territorio nazionale. Oltre ad acquistare la materia grezza e venderla ai pusher della Marca, definiti “soggetti di secondo livello”, lavoravano anche in senso opposto, facendo arrivare il prodotto in Emilia-Romagna a partire da altre province. La scorsa settimana, all’alba, la squadra mobile di Treviso, ha effettuato 17 perquisizioni nella Marca, una delle quali aveva portato all’arresto di Victor Alfonso Mercedes Calcano, trovato in possesso di una ventina di dosi. Primo obiettivo è stato la base operativa di Treviso, un’abitazione privata dov’è trovato anche materiale da confezionamento, bilancini e presse per tagliare la cocaina.