ORSAGO (TREVISO) - «Con cadenza annuale la mia giunta – ricorda oggi l’ex sindaco di Orsago, Fabio Collot, ora consigliere di minoranza del gruppo Lega-Fratelli d’Italia-Orsago Bavaroi – aveva provveduto a monitorare la situazione degli alberi, ad abbattere e a ripiantare ogni anno i tigli che venivano indicati in categoria D. La nuova amministrazione, dopo essersi insediata più di un anno fa, ha proseguito con la manutenzione e il monitoraggio degli alberi come previsto? Oppure il dossier è stato abbandonato?». Domande che Collot pone al sindaco Giancarlo Mion dopo l’episodio verificatosi giovedì scorso in occasione del forte vento, quando un grosso ramo di un tiglio in via Garibaldi è piombato su un’auto in sosta all’interno del giardino di un’abitazione. «Quell’albero doveva essere da tempo abbattuto» aveva denunciato chi si è ritrovato con l’auto distrutta. In molti, sindaco compreso, hanno ricordato che quell’albero già ai tempi della passata amministrazione era nella lista delle piante da abbattere, ma poi sotto la pressione di molti cittadini ciò non avvenne. E ora si scopre che l’allora sindaco Collot era stato anche minacciato di morte se avesse proceduto al taglio di quel tiglio e di altri.
Il caso
«Dopo la violenta tromba d’aria che ha colpito il nostro territorio il sindaco Mion ha scelto di attribuire alla passata amministrazione Collot la responsabilità dei danni provocati dalla caduta di un grosso ramo sulle macchine di una famiglia residente in via Garibaldi. Una dichiarazione grave, che rischia di trasformare un tema delicato come la sicurezza urbana in uno strumento di polemica politica» sottolinea il gruppo di opposizione Lega-Fratelli d’Italia-Orsago Bavaroi. Ed è Collot a ricostruire i fatti di quando lui era sindaco. «Durante il precedente mandato, la mia amministrazione aveva affidato ad un agronomo esperto una perizia sullo stato di salute dei tigli di via Garibaldi. Dall’analisi era emerso come nessuno degli alberi fosse completamente sano e, proprio per questo motivo, l’intenzione della giunta era quella di procedere con l’abbattimento completo dei tigli, prevedendo la ripiantumazione di nuove piante. Quella scelta fu però duramente osteggiata, con una raccolta firme online e una campagna polemica sui social, promossa anche dalla lista di opposizione “Orsago Paese Attivo”, rimasto oggi totalmente in silenzio dopo i fatti accaduti».
Le minacce
In seguito alle forti proteste, l’amministrazione Collot scelse di approfondire ulteriormente la situazione e di individuare le criticità più urgenti. «A rendere ancora più grave il clima di quel periodo fu la minaccia di morte ricevuta personalmente dall’allora sindaco Collot nel caso avesse proceduto con l’abbattimento dei tigli – rende noto il gruppo –. Un episodio inquietante, che dovrebbe far riflettere su quanto toni esasperati e disinformazione possano avvelenare il dibattito pubblico». Da quel momento l’amministrazione comunale decise di eseguire un monitoraggio annuale su quei tigli. «Se il sindaco Mion e la sua giunta ritenevano urgente l’intervento di taglio, avevano tempo e risorse per agire. Anche i fondi c’erano – afferma il gruppo –: gli 11mila euro, impiegati per “rifare il look” agli alberi di via Vittorio Veneto e di via Dante, avrebbero potuto essere destinati a un’azione mirata e responsabile in via Garibaldi. La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di scaricabarile politico. Di fronte a eventi climatici sempre più estremi, serve una visione lungimirante e il coraggio di assumersi le responsabilità, senza piegare la realtà alle convenienze di parte».