TREVISO Venti giorni fa ha assediato il locale “Plenus Bistrò” che l’aveva licenziato seminando il panico il piazza Hesperia. L’altro giorno è evaso dagli arresti domiciliari perché non va d’accordo con la madre. È stato arrestato di nuovo Mattia Cenedese, 35 anni, trevigiano. Lunedì mattina i carabinieri lo hanno intercettato in viale Cadorna con due borse: era stata la madre stessa ad avvertire che il figlio aveva fatto i bagagli e si era allontanato. Così per lui sono scattate le manette, per la seconda volta in venti giorni. Il 18 luglio, la sera stessa del Far West in piazzetta Hesperia era stato arrestato dalla polizia per aver devastato il locale sotto gli occhi di decine di clienti. Ora questo nuovo episodio. «È stata una scelta: la convivenza con mia madre non è serena - ha spiegato il giovane ieri mattina al giudice, durante l’udienza di convalida -. Da quando ho perso il lavoro non abito più per conto mio a Carbonera. Lei ha dei problemi di salute e la situazione in casa non è facile da affrontare così ho pensato di andarmene». Il 35enne, insomma, pensava di avere un motivo più che valido per lasciare l’appartamento di via Vanzo in cui era ristretto ai domiciliari. Peccato che ad allontanarsi così, senza nessuna autorizzazione, si incappa nel reato di evasione. Il giudice ha convalidato l’arresto e ripristinato i domiciliari. Il legale del 35enne, l’avvocato Stefano Pietrobon, si è immediatamente attivato per trovare una soluzione abitativa alternativa all’appartamento della madre, eventualmente anche in una comunità. Il difensore ha sottolineato in aula che il suo assistito non ha un’indole criminale, ma piuttosto qualche difficoltà a governare i propri impulsi, specialmente quando è arrabbiato. Il processo è stato aggiornato al prossimo 5 novembre.
L’ASSEDIO
La sera dell’assedio, Cenedese si era presentato alle 21 davanti al locale pieno di clienti e aveva iniziato a inveire e a gettare all’aria tutto l’arredo esterno, compresa una decina di bottiglie di vino tenute per esposizione. Lui brandiva una bottiglia, uno dei titolari a un certo punto era uscito per allontanarlo, con in mano prima una padella, poi un coltello. Sul posto erano intervenuti polizia, carabinieri, polizia locale e Suem, nel fuggi fuggi dei clienti. Il giovane era finito in manette e al giudice, durante la convalida, aveva raccontato la sua verità, sostenendo di essere stato aggredito dal titolare mentre si era presentato a riscuotere 350 euro che avanzava dopo il licenziamento di novembre. Una ricostruzione diffamatoria, secondo i Vanzetto: «Non avanza nulla. Sostiene che gli dobbiamo 350 euro perché l’estate scorsa ha annaffiato le piante del plateatico mentre il locale era chiuso. Per quel favore che si era offerto di fare gratuitamente gli abbiamo dato 50 euro a titolo di ringraziamento» avevano replicato i titolari, che avevano già denunciato due volte il 35enne per i suoi comportamenti fuori controllo. L’elenco comprende insulti, minacce di morte, un tentativo di aggressione, messaggi e telefonate minatorie a ogni ora del giorno e della notte. Tra i più inquietanti i messaggi notturni mandati alla titolare, talmente inopportuni da richiedere anche l’avvio del codice rosso e che hanno poi motivato il definitivo licenziamento.
È ai domiciliari, ma se ne va di casa: «Non c'è niente da fare, non riesco a vivere con mia madre». 35enne arrestato per evasione
L'uomo davanti al giudice: «Lei ha dei problemi di salute e la situazione in casa non è facile da affrontare così ho pensato di andarmene»
martedì 13 agosto 2024 di Maria Elena Pattaro