VITTORIO VENETO (TREVISO) – È stato davvero un anno impegnativo per la Delegazione Lilt, la Lega per la Lotta contro i Tumori, ma ricco di soddisfazioni.
Ci traccia un bilancio del 2024?
«Siamo tornati a pieno regime dopo la tragedia del Covid -spiega Ugo Pollesel, da circa tre anni alla guida della Delegazione- ma c'è ancora molto da fare».
Può darci qualche numero?
«Molti ci conoscono per i trasporti. In effetti, i nostri oltre 50 autisti muovono i 5 pulmini in tutto il Nordest, ma anche a Milano se occorre. Hanno percorso quasi 110mila km, in 998 viaggi. I volontari che aiutano gli utenti in ospedale o ai distretti di Vittorio Veneto e Soligo hanno lavorato per circa 2500 ore. Ma poi ci sono quelli dell'assistenza domiciliare, per non parlare dei volontari all'hospice, che da soli hanno donato 2290 ore».
Oltre che i pazienti, aiutate anche le famiglie?
«Certo. Sono numerosissime le persone che si rivolgono a noi per avere consulenze alimentari, consulenze psicologiche, e ora offriamo anche un servizio di assistenza “burocratica” per affrontare le difficoltà di questo momento. E poi la fisioterapia, il craniosacrale, i massaggi, lo shiatsu e tanto altro».
Tutto gratuito?
«Per i pazienti oncologici e i loro familiari praticamente sì»
Come riuscite a farcela?
«C'è l'aiuto dell’Usl 2, che contribuisce per i trasporti e non solo, qualche contributo dai Comuni (non tutti) ma il vero aiuto sono le donazioni della gente che davvero ci permettono di fare quello che riusciamo a fare. Ci sono anche tante aziende, e mi piace citare Banca PrealpiSanBiagio o i Rotary Club. Per noi è anche un riconoscimento: non abbiamo influencer o pubblicità. Ma la gente ci conosce e chi ci dona vede dove vanno i suoi soldi e ce lo dimostra così. E poi ci sono i nostri volontari».
In che senso?
«Sono loro che organizzano le campagne di raccolta fondi, i banchetti in piazza, i mercatini di Natale in ospedale, le marce, i tornei di Burraco. Ecco, ogni volta che partecipate a queste iniziative, dovete sapere che ci state aiutando. Anzi, state aiutando chi soffre».
Qualche rammarico?
«Tanti. Ancora troppo spesso le persone ci dicono che se avessero saputo cosa facciamo avremmo risolto loro tanti problemi. Ma non lo sapevano e si sono trovate sole davanti alla malattia. Per noi è una sconfitta. Ecco perché organizziamo anche iniziative culturali, come la mostra sui disegni per l'infanzia dedicata a Pinocchio fatta assieme a Fondazione Zavrel e Comune a Villa Croze (aperta fino al 6 gennaio). Per farci conoscere da chi ha bisogno, e fargli capire che non è solo».
Obiettivi?
«Vorremmo incrementare l'attività sul campo della prevenzione. Abbiamo offerto molte visite gratuite al seno e alla prostata, corsi di cucina salutistica, giornate educative ai bimbi delle elementari, ma vorremmo fare di più».
Come?
«Abbiamo bisogno di altri volontari che si mettano in gioco, che offrano il loro tempo, specie nella Vallata e nel Quartier del Piave, che vogliano far parte della nostra famiglia».