CONEGLIANO (TREVISO) – Il futuro di Conegliano è nelle mani di due imprenditori di successo: Roberto Grigolin (edilizia e costruzioni), proprietario dell'area ex Zanussi, e Luciano Mazzer (Tegola Canadese), intervenuti lunedì sera insieme ad altri relatori all'incontro esaurito in ogni ordine di posti all'auditorium Toniolo, dal titolo "Quale futuro per Conegliano e i 29 comuni dell'Area Unesco: recupero aree dismesse, viabilità, visioni e progetti di sviluppo ”.
BORGO VERDE
«Il ritardo dell'avvio dei lavori a Borgo Verde -ha dichiarato Grigolin- è legata alla definizione in questi mesi della proprietà comunale e delle sue strutture all'interno dell'intervento generale. Nei primi mesi del 2025 avvieremo il cantiere».
IL PIANO DI MAZZER
«Stiamo pensando a un teatro all'aperto, a una palestra en plein air nel parco, a piste ciclabili, a un food center, a un ostello per studenti collegato alla scuola di enologia, a un polo didattico della Facoltà di agraria dell'Università di Padova», ha annunciato Mazzer presentando il suo progetto per l'area di 29mila mq dell'ex cotonificio. «Ai nostri progettisti abbiamo chiesto che non diventi un complesso monogenerazionale, ma un'area che possa rimanere viva nell'arco di tutta la giornata. Altro aspetto importante è che renderemo permeabili 13450 metri quadrati di superficie che contribuiranno a ridurre l'effetto delle bombe d'acqua». Alla domanda se i due imprenditori si siano incontrati per confrontarsi e trovare punti di contatto tra le loro "visioni", Mazzer ha risposto così: «O costruiamo un tunnel, oppure diciamo che io mi occupo della porta ovest della città e Grigolin della porta sud».
GLI ESEMPI
Stimolante e visionario l'intervento di Ezio Miceli, docente Iuav, esperto di rigenerazione urbana, che ha portato dei luminosi esempi: «La fiorentina Manifattura Tabacchi, ex area industriale diventata sede di produzione e conoscenza con Polimoda. Una seconda case history è Base Milano, un hub culturale e creativo nell'ex complesso industriale dell'Ansaldo, un luogo dove si fondono attività ricreative, dove sono collocate fondazioni, attività imprenditoriali, start up, luoghi dell'innovazione scientifica e tecnologica, un complesso aperto alla città. Luoghi che dichiarano la loro forza proprio nella loro natura ibrida, come Station F a Parigi, il più grande campus di start up al mondo negli spazi rinnovati dell'antica stazione ferroviaria Halle Freyssent costruita negli anni '20. Un caso che dimostra come si possa investire nei terrain vague per creare nuova ricchezza». «Abbiamo la fortuna di avere imprenditori del territorio che conoscono le nostre dinamiche e sanno quali sono i nostri bisogni», ha chiuso il sindaco Fabio Chies.