TREVISO - Oltre 30mila euro nel giro di un paio d’anni. Sono i soldi incassati dalla Provincia attraverso la vendita della carne dei cinghiali abbattuti. Si parla di un totale di 1.700 capi. Il piano di eradicazione continua. Da una parte c’è la necessità di ridurre i danni causati dagli ungulati, soprattutto nell’ambito dell’agricoltura, e dall’altra anche quella di allontanare lo spettro di una diffusione della peste suina. Non a caso le entrate legate a queste azioni vengono impegnate dall’ente guidato dal presidente Stefano Marcon sia nella vigilanza venatoria che a sostegno delle attività del centro di recupero della fauna selvatica, uno dei fiori all’occhiello del Sant’Artemio. I bandi di gara sono stati entrambi vinti dalla Bocon Srl. Si partiva da un prezzo a base d’asta di 1,70 euro al chilo. Poi si è arrivati a 2,01 euro. E di seguito l’aggiornamento Istat l’ha portato a 2,04 euro per ogni chilo di carne. Cifre che solo negli ultimi due mesi dell’anno scorso hanno fatto entrare nelle casse della Provincia più di 1.800 euro.
Tavolo tecnico
Venerdì al Sant’Artemio è andato in scena un incontro tra la stessa Provincia e la Regione proprio sui cinghiali. Nello specifico, si è discusso del piano degli interventi urgenti per ridurre i rischi di una diffusione della peste suina. Si tratta delle linee guida che verranno inviata anche alle associazioni di categoria. Dopo questo primo appuntamento tecnico, verranno organizzati dei confronti nel territorio con operatore specializzati. Sul tavolo, la normativa regionale e le procedure richieste alla polizia provinciale per le attività di monitoraggio e controllo faunistico e venatorio. «Al fine di sensibilizzare le associazioni venatorie della destra e della sinistra Piave - dicono dal Sant’Artemio - non appena saranno predisposte ufficialmente le linee guida specifiche per il territorio della Marca Trevigiana saranno organizzati due appuntamenti dedicati: uno a Pederobba e uno a Vittorio Veneto. E altri saranno programmati prossimamente». L’incontro ha visto la partecipazione del presidente Marcon, del vicepresidente Fabio Maggio, il consigliere provinciale delegato Diego Zanchetta, il dirigente del settore agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria, Pietro Salvadori, e il commissario regionale incaricato per il piano interventi urgenti, Oscar Da Rold.
Il presidente
«Da tempo ormai l’emergenza cinghiali e le conseguenti devastazioni provocate alle colture agricole sono questioni al centro dell’attività di controllo della polizia provinciale – spiega Marcon – l’incontro tecnico con la Regione ci ha chiarito molti aspetti riguardo le procedure da seguire e le modalità di coinvolgimento di operatori esperti.