ROVIGO - Dal liceo scientifico "Paleocapa" al G7 dei grandi della terra il salto è alto. Molto più alto di quelli che era abituato a fare per andare a canestro, quando giocava con il Rovigo Basket e poi i rivali petrarchini. Ma non spaventa Fabio Boniolo.
L'IMPEGNO
Fra la premier Giorgia Meloni e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, fra i primi ministri di Francia, Germania, Gran Bretagna, Canada, Giappone, i rappresentanti dell'Unione Europea e Papa Francesco (invitato) c'è anche un pezzo di Rovigo. Portato da questo 30enne ingegnere biomedico figlio d'arte, in senso accademico e cestistico. Fabio è infatti il figlio di Giovanni Boniolo, filosofo, ex presidente dell'Accademia dei concordi, nazionale di pallacanestro senior, e di Paola Rizzi, insegnante d'inglese che l'ha appassionato ai viaggi. Si è diplomato al liceo scientifico "Paleocapa" di Rovigo e laureato a Milano. Da otto anni vive all'estero, in Germania, Svizzera e ora a Boston negli Usa. Lavora al Dana Farber cancer institute e alla Harward medical school, dove si occupa tumori pediatrici. Dal 2021 fa parte come delegato italiano per le tecnologie e l'innovazione del Youth 7, l'organismo giovanile parallelo al G7.
«Il processo che porta al G7 - racconta Boniolo - prevede un lungo percorso di raccolta di opinioni e punti di vista da parte di gruppi sociali sui temi di sviluppo più importanti da sottoporre ai primi ministri. Uno di questi è il G7 giovani, organizzato Yas (Young ambassador society), collegata al Ministero degli Affari esteri. Ogni anno vengono scelti delegati delle nazioni partecipanti che contribuiscono a portare il punto di vista della fascia d'età dai 16 ai 33 anni al tavolo del G7. Nel 2021 ho vinto un concorso ministeriale e partecipato per la prima volta come delegato italiano».
YOUTH 7
Quest'anno lo Youth 7 preparativo al G7 dei grandi si è tenuto a Roma, dal 20 al 24 maggio. Boniolo in base alla sua competenza di scienziato computazionale, che lavora cioè sui dati per applicarli alla medicina, è stato come coordinatore di uno dei quattro gruppi di lavoro. «Il gruppo sul tema dell'innovazione e della trasformazione digitale - spiega - Gli altri tre riguardano l'inclusione e le pari opportunità; la sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico; le nuove abilità, imprenditorialità e il futuro del lavoro». Ha condotto per una settimana i lavori dei giovani provenienti dai sette Paesi, aperti alla Farnesina dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e per una giornata ospitati nella sede delle Fao, organizzazione alimentare delle Nazioni Unite.
«Con i delegati dell'Y7 abbiamo ascoltato le proposte di associazione giovanili e gruppi d'ingaggio a livello internazionale. Ne abbiamo fatto sintesi. Abbiamo prodotto un documento per dire quello che pensano i giovani e quali sono le loro proposte per risolvere i problemi con i quali fare i conti nel futuro più prossimo».
La massima di John Fitzgerald Kennedy sarà anche abusata, ma calza a pennello in questo caso. Boniolo e i giovani come lui non chiedono cosa il mondo può fare per loro, ma cosa loro possono fare per il mondo. L'hanno messo nero su bianco all'Y7 e posto sul tavolo delle grandi democrazie della terra. Meloni, Biden & C. potranno ascoltarli o meno, ma non potranno negare il loro contributo a un mondo migliore. Fornito anche grazie al salto in alto di un cestista e ingegnere biomedico rodigino.