C’è Forza Italia. E c’è Forza Nord. Con un unico “capo”: il veronese Flavio Tosi, fresco di elezione all’Europarlamento, coordinatore degli azzurri veneti, soprattutto alleato espressamente (e volutamente) non subalterno nella coalizione di centrodestra. Al punto da annunciare che in Regione Veneto la manovra di bilancio non avrà il voto favorevole dei tre consiglieri Elisa Venturini, Alberto Bozza e Fabrizio Boron. Motivo: «Noi non aumentiamo le tasse». E se il governatore Luca Zaia ha fatto spallucce («Non voteranno a favore? Siamo in un paese democratico. Conseguenze? Nessuna, il bilancio ce lo votiamo da soli»), manco Tosi si scompone: «È l’atteggiamento tipico di Zaia, noi leali portatori d’acqua e lui che in quattro anni non ha mai fatti una riunione di maggioranza. Si reputa autosufficiente, con Forza Italia si comporta come se neanche facesse parte della maggioranza». Solo che Tosi, appena può, lo stuzzica.
Ecco allora le due iniziative messe in capo da Tosi nell’arco di 24 ore. Stamattina a Padova, nella sede di Forza Italia, la conferenza stampa di fine campagna tesseramento. Ci sarà il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, sarà presentato anche il Coordinamento di Forza Italia Giovani del Veneto. Ma il tema principale non sarà solo il numero di tessere staccate nel 2024 o gli ingressi nel partito di amministratori locali (peraltro non così numerosi come ci si aspettava, soprattutto a Palazzo Ferro Fini), quanto il percorso che porterà - nell’autunno 2025 o al più tardi nella primavera 2026 - alle elezioni regionali. E cioè al “dopo Zaia”, visto che Forza Italia non vuole neanche sentir parlare di terzo mandato. «Il presidente degli Stati Uniti viene eletto due volte e poi si cambia», ha ripetuto più volte il segretario nazionale Antonio Tajani. Con Tosi che vuole essere della partita e intanto punzecchia la Lega dicendo che FI non voterà l’aumento dell’Irap.
LA RIUNIONE
Domani, invece, in quel di Verona, con la Forza Nord dal bollino non azzurro forzista ma verde, si parlerà della «questione settentrionale», proprio quella evocata più volte dal governatore Luca Zaia anche a proposito della flessione registrata dalla Lega alle elezioni, dalle Politiche alle Europee. Tosi, ancora lo scorso aprile, aveva lanciato la sfida al Carroccio creando il comitato Forza Nord. Con un obiettivo: «Tornare protagonisti riponendo al centro la questione settentrionale». Sette mesi dopo, ecco che il comitato Forza Nord torna in campo con una iniziativa pubblica a Veronafiere. Ci saranno Gianmarco Senna, promotore di Forza Nord e consigliere regionale della Lombardia, Max Bastoni, promotore del comitato Forza Nord, per la Lombardia Marco Reguzzoni, imprenditore ed ex deputato, per il Veneto Filippo Busin, imprenditore ed ex deputato, per il Piemonte Roberto Cota, avvocato e responsabile Semplificazione di Forza Italia, per l’Emilia-Romagna Manes Bernardini, già consigliere regionale di Bologna, per la Valle d’Aosta Sergio Ferrero, che è nel coordinamento di Forza Nord. Tutti ex leghisti. E, dunque, teoricamente a favore dell’Autonomia, una riforma che però non piace soprattutto agli amministratori del Mezzogiorno del partito di Tajani, una parte del Paese che nel corso degli ultimi anni è diventata la base elettorale dei post-berlusconiani. «Noi siamo a favore dell’Autonomia e continuiamo a lavorare per la riforma», dice Tosi. Che dell’incontro veronese anticipa: «Affronteremo tutti i temi fondamentali e le sfide che pone oggi la questione settentrionale. Con un approccio pragmatico, moderno, non ideologico, e con uno sguardo all’Europa. Perché parlare di Nord non significa isolarsi o cercare una piccola patria, che nell’era della globalizzazione sarebbe velleitario e controproducente, ma voler essere sempre più collegati con i Paesi europei nel campo economico, sociale, sanitario, del welfare, dell’innovazione e della digitalizzazione».