Schiava del marito per vent'anni: picchiata davanti al figlio, violentata, sfruttata. Si confida con i servizi sociali e lo denuncia

Il calvario di una donna padovana, vittima per due decenni del compagno violento

giovedì 13 febbraio 2025 di Giovanni Brunoro
Schiava del marito per vent'anni: picchiata davanti al figlio, violentata, sfruttata. Si confida con i servizi sociali e lo denuncia

BASSA PADOVANA (PADOVA) - Un inferno in terra, tra le mura domestiche. È la storia di una donna, residente in un Comune della Bassa padovana che, dopo vent’anni di angherie, vessazioni e privazioni, ha deciso di denunciare il marito per maltrattamenti e riduzione in schiavitù e trasferirsi.

In questi due terribili decenni l’uomo avrebbe commesso ogni sorta di malefatta: picchiava la donna davanti al figlio minore, la costringeva ad avere rapporti sessuali, la trattava come una serva usandola per soddisfare ogni suo bisogno.

Tutto questo aveva portato la vittima a diventare completamente soggiogata al compagno violento, tanto da perdere la fiducia in una via d’uscita e a sentirsi erroneamente responsabile di quanto le era accaduto.

La svolta

La svolta, ormai inattesa, è arrivata qualche settimana fa, quando la donna ha trovato un interlocutore paziente e si è confidata, alleggerendo un peso ormai troppo gravoso da portare. La svolta è arrivata quasi per caso: la signora aveva preso appuntamento con i servizi sociali del suo Comune per cercare un lavoro al figlio e garantirgli un po’ di indipendenza. Desiderava, da madre amorevole, salvare almeno lui da quel contesto infernale.

Le vessazioni

Alla fine, in lacrime, ha raccontato il suo calvario, vincendo il sentimento di vergogna che spesso blocca chi subisce drammi del genere. Lei e il futuro marito si erano conosciuti vent’anni fa. La donna veniva da una precedente relazione e lui, uno straniero residente in zona, aveva conquistato la sua fiducia. Una fiducia purtroppo mal riposta: dopo appena qualche mese dal matrimonio, lui - già gravato da precedenti per reati violenti - avrebbe iniziato a mostrare comportamenti aggressivi, acuiti dall’uso di sostanze stupefacenti. Atteggiamenti degradanti di ogni tipo, offese, botte che avrebbero causato alla donna gravi lesioni fisiche e ferite interiori difficili da rimarginare. Come quelle provocate da rapporti sessuali indesiderati, a cui la vittima doveva soggiacere per non essere picchiata.

La decisione

A farne le spese è stato anche il figlio della coppia, che ha molto risentito del clima familiare tossico creato dal padre violento e ha avuto problemi a scuola. Ascoltata la storia, gli assistenti sociali hanno ritenuto che non si dovesse perdere un solo istante: la vita della donna e dell’adolescente erano in pericolo.

La vittima è stata indirizzata allo sportello più vicino del Centro veneto progetti donna, da anni attivo sul territorio nel contrasto alla violenza di genere e nella protezione delle donne che subiscono abusi. Dopo un colloquio con le operatrici, la donna si è decisa a sporgere denuncia contro quel marito che non l’aveva mai rispettata ed è andata dai carabinieri. Maltrattamenti contro familiari o conviventi e riduzione in schiavitù: queste le gravi ipotesi di reato che potrebbero indurre il magistrato a far scattare nei confronti dell’uomo misure cautelari, volte ad evitare che questi possa creare ulteriore danno alla vittima. Nel frattempo, la donna e il figlio si sono allontanati dalla casa famigliare e si trovano in un luogo più sicuro. Ma, ad oggi, l’uomo è ancora libero di raggiungerli.
 

Ultimo aggiornamento: 4 aprile, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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