Morì per overdose: droga e ricette false, arrestati due pusher

Sono pesantissime le accuse che vengono mosse a due trentenni padovani, oggi agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico

venerdì 19 luglio 2024 di Serena De Salvador
Morì per overdose: droga e ricette false, arrestati due pusher

PADOVA - Rifornivano i loro giovani clienti di droga, metadone e medicinali procurati con ricette false, offrendo loro anche un luogo lontano da occhi indiscreti per consumarli e creando dei mix di sostanze pericolosissimi, tanto da essere costati la vita a un 28enne.
Sono pesantissime le accuse che vengono mosse a due trentenni padovani, oggi agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico in relazione a un giro di spaccio con base in un appartamento al Portello.

IL QUADRO ACCUSATORIO

Le misure cautelari sono state eseguite dagli agenti della Squadra mobile ed emesse dal giudice per le indagini preliminari Domenica Gambardella su richiesta del sostituto procuratore Andrea Girlando, titolare dell'indagine durata quasi due anni e nata dopo la tragica morte per overdose di un 28enne. Ai due sono contestate le accuse di detenzione e spaccio di stupefacenti, falsificazione delle ricette mediche e, per uno, vi è anche l'aggravante dell'aver messo a disposizione la propria abitazione per il consumo delle sostanze. Entrambi sono inoltre indagati anche per morte in conseguenza di altro reato per il decesso del 28enne. Il processo a loro carico si aprirà nei prossimi mesi.

LA TRAGEDIA

L'indagine, come detto, è partita nel 2022 quando un ragazzo padovano di 28 anni morì in ospedale dove era stato ricoverato d'urgenza dopo aver accusato un grave malore in casa. Si scoprì che a mandare in arresto il suo cuore fu un potentissimo mix di metadone e cannabinoidi. Il fatto fu segnalato alla polizia, che avviò una serie di accertamenti per scoprire dove e con chi il giovane avesse trascorso le sue ultime ore. Quel che è emerso è che il pomeriggio precedente, ma anche in altre occasioni, era stato nell'appartamento al Portello di uno dei due indagati. Indagati dai quali aveva acquistato le sostanze che gli sono poi state fatali.
Una tesi sostenuta dagli esiti di una perquisizione condotta dagli agenti della Mobile nell'abitazione nei giorni immediatamente successivi al decesso, quando furono rinvenute delle tracce di stupefacente, oltre ad alcune confezioni vuote di medicinali e ad alcune ricette mediche per acquistarli. Ricette che si sono poi rivelate false.

LA RICOSTRUZIONE

Ne è nata una complessa indagine, che ha previsto anche l'utilizzo di tabulati telefonici, intercettazioni, appostamenti e controlli in diverse farmacie della città. Operazioni che in primis hanno permesso di scoprire che i due trentenni erano riusciti seppur in modo piuttosto grossolano a falsificare alcune ricette mediche con cui, presentandosi in farmacie sempre diverse, erano in alcune occasioni riusciti a farsi vendere dei farmaci con prescrizione obbligatoria, come ansiolitici e benzodiazepine.
Le intercettazioni hanno permesso di completare il quadro accusatorio, secondo cui la coppia, da almeno un paio d'anni, aveva messo in piedi un giro di spaccio di droga e farmaci.
Uno degli indagati, con precedenti penali specifici, si occupava di rifornirsi delle sostanze, sia fisicamente che comprandole su internet: stupefacenti come marijuana, hashish ed eroina, ma anche appunto medicine e fiale di metadone che otteneva dal SerD (il servizio per il trattamento delle dipendenze) presso cui era in cura. Tutti prodotti che poi vendevano a un gruppo di amici divenuti clienti abituali, i quali per comprare le sostanze e consumarle si appoggiavano all'appartamento dell'altro indagato, al Portello.
I clienti fissi sarebbero stati una decina. Anche loro, come i due pusher, hanno circa trent'anni, sono padovani e provengono da contesti sociali e familiari non degradati, vivono di lavori saltuari e in gradi più o meno pronunciati fanno uso di stupefacenti e altre sostanze. Anche alcuni altri giovani, tramite passaparola, si sarebbero negli anni rivolti ai due gestori del giro di spaccio.
L'allarmante quadro emerso dalle indagini ha fatto scattare le misure cautelari eseguite nei giorni scorsi. I due trentenni sono ora agli arresti domiciliari in attesa di processo, con l'applicazione del braccialetto elettronico.
 

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