PADOVA - Il ministro dello sport Andrea Abodi, intervistato da Il Gazzettino, era stato chiaro: «Davanti a situazioni del genere perdono tutti. Fosse per me, non assegnerei punti a nessuno». È andata esattamente così. Il giudice sportivo ha punito con la sconfitta a tavolino sia il Badia Polesine che il Merlara dopo il grande caos al termine della partita di domenica nel campionato di calcio di Prima categoria. I padovani del Merlara erano tornati negli spogliatoi a 8 minuti dalla fine (quando erano in svantaggio 1-0), esasperati dai «continui insulti razzisti nei confronti dei nostri giocatori di colore da parte di giocatori e tifosi avversari». Sapevano bene che il freddo regolamento avrebbe potuto far pagare quel loro gesto con una sconfitta a tavolino e non se ne preoccupavano affatto: «Per noi conta dare un segnale».
L'altro caso
Dallo stesso comunicato emerge un altro caso in cui si parla di razzismo. Siamo a Padova addirittura nella categoria under 19, partita Brusegana Santo Stefano-Biomis Tombolo. «Risulta dal rapporto arbitrale - scrive il giudice sportivo - che a fine gara alcuni calciatori delle due squadre, non identificati, si stavano spintonando e l'arbitro, accorso a per sedare la situazione, ha udito distintamente due gruppi di tifosi di entrambe le squadre, formati da circa 25 persone ciascuno, insultare i calciatori della squadra avversaria con epiteti offensivi riferiti al colore della pelle». Ecco quindi il provvedimento: «Trattandosi della prima violazione da parte della due società, si ritiene opportuno fare applicazione della facoltà di sospensione della sanzione della disputa della gara a porte chiuse, con la quale si sottopone la società ad un periodo di prova di un anno. Se durante il periodo di prova la società interessata incorre nella stessa violazione, la sospensione verrà revocata e la sanzione si applicherà in aggiunta a quella comminata per la nuova violazione». Per entrambe le squadre c’è pure una multa di 100 euro «a causa della discriminazione razziale di un gruppetto di suoi sostenitori a danno di alcuni calciatori avversari».