Insulti razzisti in campo, partita persa per entrambe le squadre. Il giudice sportivo: «Non dovevano lasciare il campo, nessuna frase discriminatoria»

Frasi razziste e spintoni si sono verificati, invece, alla partita Brusegana Santo Stefano-Biomis Tombolo

giovedì 13 marzo 2025 di Gabriele Pipia
Insulti razzisti in campo, partita persa per entrambe le squadre. La Figc: «Il direttore di gara non ha colto espressioni discriminatorie»

PADOVA - Il ministro dello sport Andrea Abodi, intervistato da Il Gazzettino, era stato chiaro: «Davanti a situazioni del genere perdono tutti. Fosse per me, non assegnerei punti a nessuno». È andata esattamente così. Il giudice sportivo ha punito con la sconfitta a tavolino sia il Badia Polesine che il Merlara dopo il grande caos al termine della partita di domenica nel campionato di calcio di Prima categoria. I padovani del Merlara erano tornati negli spogliatoi a 8 minuti dalla fine (quando erano in svantaggio 1-0), esasperati dai «continui insulti razzisti nei confronti dei nostri giocatori di colore da parte di giocatori e tifosi avversari». Sapevano bene che il freddo regolamento avrebbe potuto far pagare quel loro gesto con una sconfitta a tavolino e non se ne preoccupavano affatto: «Per noi conta dare un segnale».

Ora la notizia sta nel fatto che il giudice sportivo ha deciso di punire non solo il Merlara ma anche gli avversari polesani. Il Merlara ha sbagliato ad uscire, ma è responsabile anche il Badia Polesine perché non è rimasto in campo. Nel comunicato diffuso ieri dalla Figc c’è anzitutto questa premessa: «Precisa il direttore di gara di non aver colto, nel corso della partita, alcuna espressione da considerarsi di contenuto discriminatorio». E quindi? «Il rifiuto di continuare nella competizione non appare giustificato in forza delle considerazioni sopra richiamate e la mancata prosecuzione della competizione, giustificabile soltanto per ragioni di caso fortuito o forza maggiore, va posto a carico di entrambe le società». Risultato? Entrambe le squadre perdono 3-0 a tavolino e pagano 60 euro di ammenda. E non è tutto: ci sono pure una giornata di squalifica al capitano del Badia Polesine e 10 giorni di inibizione ai due rispettivi dirigenti accompagnatori».

 

L'altro caso

Dallo stesso comunicato emerge un altro caso in cui si parla di razzismo. Siamo a Padova addirittura nella categoria under 19, partita Brusegana Santo Stefano-Biomis Tombolo. «Risulta dal rapporto arbitrale - scrive il giudice sportivo - che a fine gara alcuni calciatori delle due squadre, non identificati, si stavano spintonando e l'arbitro, accorso a per sedare la situazione, ha udito distintamente due gruppi di tifosi di entrambe le squadre, formati da circa 25 persone ciascuno, insultare i calciatori della squadra avversaria con epiteti offensivi riferiti al colore della pelle». Ecco quindi il provvedimento: «Trattandosi della prima violazione da parte della due società, si ritiene opportuno fare applicazione della facoltà di sospensione della sanzione della disputa della gara a porte chiuse, con la quale si sottopone la società ad un periodo di prova di un anno. Se durante il periodo di prova la società interessata incorre nella stessa violazione, la sospensione verrà revocata e la sanzione si applicherà in aggiunta a quella comminata per la nuova violazione». Per entrambe le squadre c’è pure una multa di 100 euro «a causa della discriminazione razziale di un gruppetto di suoi sostenitori a danno di alcuni calciatori avversari».

Ultimo aggiornamento: 20:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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