PADOVA - “La guerra degli autovelox” tra Comuni e utenti continua, con un nuovo colpo di scena nell'ambito delle denunce contro alcuni Municipi che avrebbero fatto installare degli apparecchi (forse intenzionalmente) non omologati secondo le indicazioni ministeriali.
I SOSPETTI
Il nuovo “giustiziere” di questa travagliata storia potrebbe essere allora la Procura della Repubblica di Padova, che ha recentemente deciso di aprire le indagini per falso ideologico: l'obiettivo primo sarebbe quello di accertare se i rilevatori di velocità siano stati posizionati per fungere da deterrente agli incidenti stradali, oppure se fossero solo un escamotage per portare soldi alle casse comunali, a scapito degli automobilisti che frequentano la zona.
LE INDAGINI
Per il momento, al centro delle indagini ci sarebbero 9 rilevatori, situati sparsamente tra Padova e altre cittadine della provincia: Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, Villa del Conte, Camposampiero e Piove di Sacco. Alla base degli accertamenti ci sono i vari fascicoli che documentano gli iter amministrativi (rilevanti soprattutto nei centri di comando delle polizie locali), i quali sono stati poi acquisiti dalla polizia giudiziaria per iniziare le indagini. Per quanto non si sia ancora giunti a una conclusione, già diversi Giudici di Pace hanno preso atto della situazione, annullando delle multe proprio in virtù della mancanza di omologazione degli autovelox.